‘Ndrangheta: Calabria, a enti locali 110 beni confiscati

consegna-beni-confiscatiReggio Calabria – Oltre centodieci beni, fra cui edifici e terreni, confiscati alla criminalita’ organizzata in Calabria, sono stati consegnati stamani a diversi enti territoriali dall’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati. La cerimonia si e’ tenuta alla presenza del procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, a Reggio Calabria. L’agenzia, inoltre, ha in programma l’assegnazione di altri 346 beni confiscati, 84 dei quali destinati al Comune di Reggio Calabria che saranno utilizzati, come ha annunciato il sindaco Giuseppe Falcomata’, per affrontare l’emergenza abitativa e per finalita’ sociali. “Nel corso del 2015 – ha spiegato il direttore dell’agenzia nazionale, il prefetto Umberto Postiglione – sono stati restituiti alla comunita’ oltre 4 mila beni, a fronte di 2 mila che sono stati invece presi in carico dall’agenzia. Un lavoro che ha permesso quindi di diminuire notevolmente la pendenza dei beni in carico all’agenzia”.
Trutto e’ stato possibile grazie anche a un sistema messo in atto con il tribunale di Reggio Calabria, che presto sara’ esteso a tutto il Paese. Il sistema permette di far vedere i beni in tempo reale a tutti i soggetti che per legge possono esserne destinatari, in modo che ciascuno di essi possa individuare celermente un bene che soddisfi le sue esigenze. In alcuni casi si e’ giunti al conferimento col metodo della conferenza dei servizi, che ha permesso di accelerare notevolmente le procedure.

“Bisogna distinguere – ha detto Postiglione – tra i tempi lunghi a garanzia di coloro a cui vengono tolti i beni, dai tempi lunghi dovuti all’incapacita’ di gestire il bene dopo la confisca”. In tre mesi, con lo strumento della conferenza dei servizi, ha puntualizzato Postiglione, si riesce a concludere l’iter. Il capo dell’agenzia nazionale, infine, ha espresso grande compiacimento sull’utilizzo dei beni per emergenza abitativa: “Togliere i beni ai criminali per ridarli in uso ai piu’ poveri seguendo le regole e le graduatorie significa dimostrare che esiste uno Stato che spesso le categorie piu’ fragili non conoscono”.
Il procuratore Roberti ha sottolineato che “un processo garantito non e’ un processo rapido, chiede tempi ragionevoli”. “La presenza della Dna all’interno del consiglio direttivo dell’agenzia, non sara’ burocratica – ha detto Roberti – ma assicurera’ un contributo anche di conoscenza, tramite la sua banca dati e l’esperienza dei magistrati, nel piu’ rigoroso rispetto della legalita’. I risultati ci inorgogliscono – ha aggiunto Roberti – ma non ci devono fermare. Dobbiamo pretendere che la legge nuova entri in vigore, perche’ i beni confiscati sono una grande opportunita’ – ha concluso – mentre fino ad ora qualche volta erano quasi un peso. Se avremo la legge ci sara’ un salto di qualita’”.