Roma – E’ Ragusa la provincia con la maggiore intensita’ dell’associazionismo criminale, con il 100 per cento dell’indice, seguita da Reggio Calabria al 99,4% e Napoli al 78,9%. E’ quanto emerge dell’Indice di Organizzazione Criminale (IOC) elaborato dall’Eurispes nell’ambito del quarto Rapporto Agromafie con Coldiretti e l’Osservatorio sulla criminalita’ nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare che si fonda su 29 indicatori specifici e rappresenta la diffusione e l’intensita’, in una data provincia, del fenomeno dell’associazione criminale, in considerazione delle caratteristiche intrinseche alla provincia stessa e di conseguenza sia di eventi criminali denunciati sia di fattori economici e sociali, presentato oggi a Roma. L’intensita’ dell’associazionismo criminale e’ elevata nel Mezzogiorno, ma emerge con chiarezza come nel Centro dell’Italia il grado di penetrazione sia forte e stabile e particolarmente elevata in Abruzzo ed in Umbria, in alcune zone delle Marche, nel Grossetano e nel Lazio, in particolar modo a Latina e Frosinone. Anche al Nord il fenomeno presenta un grado di penetrazione importante in Piemonte, nell’Alto lombardo, nella provincia di Venezia e nelle province romagnole lungo la Via Emilia.
In regioni quali la Calabria e la Sicilia si denota un grado di controllo criminale del territorio pressoche’ totale, al pari della Campania (sia pur con minore intensita’ nell’entroterra avellinese e beneventano). Tale risultanza, purtroppo non particolarmente sorprendente, riflette la forza e l’estensione di organizzazioni quali la ‘ndrangheta, la mafia e la camorra. Il grado di controllo e penetrazione territoriale della Sacra corona unita in Puglia, invece, pur mantenendosi significativamente elevato, risulta inferiore che altrove cosi’ come in Sardegna, regione dove all’elevata intensita’ dell’associazionismo criminale non corrisponde di pari grado l’egemonia di un’unica organizzazione. In Sicilia l’unica provincia non caratterizzata da un Indice IOC alto e’ stata Messina, mentre sul restante territorio i valori sono significativamente elevati, in particolar modo nelle zone meridionali ed orientali dell’Isola (Ragusa: 100,0; Caltanissetta: 69,4; Catania: 57,5; Siracusa: 49,2; Enna: 48,4). Anche il complesso delle province calabresi risulta profondamente soggetto all’associazionismo criminale, a partire da Reggio Calabria (99,4) fino alle restanti province (Vibo Valentia: 65,3; Crotone: 58,4; Catanzaro: 55,3; Cosenza: 47,3).
Il grado di diffusione criminale in Campania e’ elevato sia nel capoluogo (Napoli: 78,9) che a Caserta (68,4) e Salerno (44,3), ma e’ inferiore nell’entroterra. Si denota una forte presenza di tipo associazionistico anche sul versante adriatico (Pescara: 71,4; Foggia: 67,4; Brindisi: 51,6), nel basso Lazio (Frosinone: 49,3; Latina: 43,3) e in Sardegna (Nuoro: 46,3; Sassari: 45,9). Infine, non devono sorprendere, in quanto fondamentalmente legati alle specifiche operazioni delle forze di sicurezza nel territorio, i dati relativi a Perugia (55,9) e Imperia (54,3). Al di sopra della media nazionale, pari a 29,1, con un IOC medio-alto si collocano i territori che si trovano prevalentemente lungo la catena appenninica, sia in Meridione (Potenza: 42,9; Campobasso: 42,7; Avellino: 42,3; Benevento: 35,7) che in Italia centrale (Teramo: 31,5; L’Aquila: 31,2; Terni: 30,0) e lungo l’Appennino tosco-ligure (La Spezia: 38,7; Pistoia: 35,1). Elevata la numerosita’ delle province pugliesi: Barletta-Andria-Trani (40,9), Bari (40,9), Taranto (39,4) e Lecce (37,4). Sia pur con livelli inferiori alla media nazionale, e’ importante sottolineare come l’indicatore relativo alla provincia di Roma (26,7) possa essere considerato ad un livello medio-alto. Il livello medio-basso dell’IOC racchiude gran parte delle maggiori province del Centro e Nord Italia, quali Genova (23,4), Torino (18,8), Firenze (18,8), Milano (17,9), Bologna (15,2) e Brescia (14,9).
Mafie: Orlando,ddl Camera migliora azione Agenzia beni confiscati
Roma – “La Camera ha licenziato un buon testo che consente di innovare il funzionamento dell’Agenzia e anche le procedure mediante le quali utilizzare questi beni. L’auspicio e’ che superato l’ingorgo del Senato questa legge possa essere approvata al piu presto possibile perche credo sia una risposta importante dal punto di vista del contrasto all’attivita’ criminale e dal punto di vista economico”. Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a margine della presentazione del quarto Rapporto Agromafie oggi a Roma, commentando i dati contenuti nel rapporto Coldiretti -Eurispes sui beni confiscati alla mafia.
Mafie: Bindi, non mi rassegno a 0,9% pil droga e malaffare
Roma – “Non mi rassegno che lo 0,9 del Pil del nostro Paese sia calcolato su droga, prostituzione e contrabbando. Sogno un Paese in cui non ci sia bisogno di calcolare quello 0,9%”. Lo ha affermato la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, nel corso della presentazione del Rapporto sulle Agromafie di Coldiretti a Roma. Poi ha chiosato che, secondo le risultanze della commissione Antimafia, “la Lombardia e’ la quarta regione per mafia”.
Mafie: Bindi, interesse per l’agroalimentare mostra modernita’
Roma – “Chi pensa che l’interesse per l’agricoltura, per l’alimentazione o per la filiera alimentare da parte delle mafie fosse una sorta di ritorno al passato, ai tempi delle mafie agricole, sbaglierebbe perche’ in questa presenza, dentro questi settori, c’e’ tutta la modernita’ delle mafie”. Lo ha affermato la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, a margine della presentazione del quarto Rapporto Agromafie presentato oggi a Roma. La presenza delle mafie in questi “in cui si guadagna molto e si rischia poco. Si fanno molti soldi e si rischia molto meno rispetto alla droga o ai reati ambientali. Un settore che tocca la vita di tutti – ha proseguito Bindi – uno dei bisogni fondamentali della persona ma anche la sfida del lavoro, non a caso in questo rapporto si insiste molto al caporalato ed al lavoro nero”.
Mafie: Cantone “beni confiscati tema centrale, ora scelte chiare”
Roma – Il tema del riutilizzo dei beni sequestrati alla mafia “e’ un tema centrale, e continuo a credere che il riutilizzo dei beni delle mafie sia essa stessa un’attivita’ antimafia, perche’ si lanciano messaggi chiarissimi sulla capacita’ dello Stato di intervenire nella lotta alle mafie facendo meglio delle mafie”. Lo ha affermato Raffaele Cantone, presidente dell’Autorita’ anti corruzione – Anac, a margine della presentazione del IV rapporto Agromafie di Coldiretti ed Eurispes.”In Campania ci sono questi problemi, e purtroppo anche in Calabria e in Sicilia – aggiunge – bisogna avere anche il coraggio di fare scelte molto chiare, ad esempio si dovrebbe avere il coraggio, su alcuni beni che non sono utili, di prevedere anche meccanismi di dismissione e di lavorare meglio sui beni in una funzione che credo debba essere sempre piu’ di start up economica”.