Reggio Calabria – Perseguita la sua ex fidanzata e finisce per essere ammanettato con l’accusa di Stalking e violenza sessuale. Protagonista delle violenze è il consigliere provinciale Rocco Sciarrone, 30 anni, di Gioia Tauro, al quale questo pomeriggio, a conclusione di articolate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palmi, la Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria e il Commissariato di Pubblica Sicurezza di Gioia Tauro, ha notificato, con relativa esecuzione, una Ordinanza di Custodia Cautelare degli arresti domiciliari, con applicazione del dispositivo elettronico “Braccialetto”. Ordinanza che è stata messa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Palmi Paolo Ramondino, su richiesta della Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale (a firma del Procuratore della Repubblica Ottavio Sferlazza e del Sostituto Valentina Giammaria). Sciarrone è ritenuto rispendibile di varie reati commessi a danno della sua ex fidanzata. In particolare, le indagini avrebbero consentito di accertare come lo Sciarrone, non rassegnatosi alla fine della relazione con la ex fidanzata, la minacciava e la molestava attraverso continue, perduranti e reiterate vessazioni di ordine fisico e psicologico (consistenti in minacce, anche di morte, percosse, pedinamenti, danneggiamenti e lesioni), mostrando un’incontenibile, pericolosa e violenta gelosia, nei confronti della donna, in modo da cagionarle un perdurante stato di ansia e di paura, tale da ingenerare nella stessa un fondato timore per l’incolumità propria e dei suoi familiari e tale da costringerla ad alterare le proprie abitudini di vita; l’uomo poneva in essere una condotta spregiudicata, compulsiva e ossessiva finanche nei confronti del personale Polstato innanzi ai quali si è presentato più volte mentre stavano procedendo all’escussione di sommarie informazioni delle persone informate sui fatti. E ancora, dalle indagini gli investigatori della Polizia avrebbero accertato come l’uomo, in una circostanza, la scorsa estate, in preda a ossessiva gelosia, avesse costretto la donna a subire atti sessuali contro la sua volontà. Secondo quanto accertato dagli uomini della Polizia di Stato, la donna da alcuni anni viveva in uno stato di terrore in quanto era ormai continuamente molestata e minacciata dall’uomo, che nella sua ossessione per lei aveva posto in essere svariati atti persecutori: le aveva cancellato le amicizie maschili dal social network Facebook su cui la donna era registrata; le imponeva di non indossare abiti aderenti e di non voltarsi a salutare le persone; la pedinava e le vietava di incontrare altre persone; la ingiuriava pesantemente;
la minacciava di morte; a seguito di un litigio la percuoteva violentemente;
in un’occasione le rompeva il telefono cellulare; in un’altra occasione le prendeva il telefono cellulare per controllarglielo per poi trattenerlo; in un’ulteriore occasione la gettava a terra e la percuoteva violentemente con pugni e calci; in un’ulteriore occasione per futili motivi la percuoteva sferrandole un pugno al volto che le procurava lesioni; in un’altra occasione la percuoteva, minacciandola di non riferire l’occorso a nessuno; in un’ulteriore occasione minacciava i congiunti della donna a consegnargli i cellulari; in un’ulteriore occasione la minacciava di pubblicare dei video intimi che la ritraevano; in un’ulteriore occasione si presentava nel cuore della notte presso l’abitazione della donna accusandola (falsamente) di fronte ai genitori di avere una relazione con un altro uomo.