Indennita’ a falsi disoccupati, 123 denunce a Roma

gdf-roma-31-1Roma – Scoperta dalla Guardia di Finanza di Roma, una truffa all’Inps per oltre un milione di euro architettata da due dipendenti dell’Istituto nella sede di Ostia che manomettendo i dati garantivano indennita’ di disoccupazione a persone provenienti anche da altre citta’ e province del Lazio. Sequestrati conti correnti e depositi di titoli. Ben 123 persone sono state denunciate all’Autorita’ Giudiziaria per truffa aggravata ai danni dello Stato; alcuni di essi hanno restituito le somme indebitamente percepite accordandosi con l’ente previdenziale. Il sistema scoperto era collaudato e durava da alcuni anni ed e’ stato smascherato dai Finanzieri del Comando Provinciale di Roma dopo indagini durate diversi mesi, coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma. Potendo accedere al sistema informativo dell’ente, i due impiegati inserivano i dati di ignari datori di lavoro, al fine di produrre modelli “DS” attestanti rapporti di lavoro. In questo modo, veniva precostituito il diritto per l’accesso all’indennita’ di disoccupazione con requisiti ridotti – per legge destinata a coloro che hanno perso il lavoro a seguito di licenziamento – inducendo in errore chi doveva emettere i pagamenti. Gli accertamenti delle Fiamme Gialle del II Gruppo Roma sono partiti dopo che i residenti in altre zone della provincia e, addirittura, a Latina e Frosinone, si erano spinti fino a Ostia per presentare la domanda di accesso al sussidio.

Gran parte dei modelli attestanti i falsi rapporti di lavoro riportavano, come datori di lavoro, note case cinematografiche che si sono rivelate del tutto estranee alla vicenda e, in diversi casi, e’ risultato che i componenti di intere famiglie (mariti, mogli, figli, generi e cugini) erano beneficiari delle prestazioni. Molte persone, impiegate e con regolare contratto di lavoro, avevano deciso di arrotondare le loro entrate mensili con il sussidio erogato dall’I.N.P.S. Attraverso la truffa. Il meccanismo era cosi’ sicuro che alcuni dei “titolari” dell’indennizzo, su incarico degli stessi organizzatori, andavano alla ricerca di persone disposte a “steccare” parte dell’indennita’ e degli arretrati percepiti con gli artefici del piano. L’I.N.P.S. che ha fornito la massima collaborazione per le indagini, ha subito sospeso l’erogazione dei trattamenti.