Congresso regionale Società Italiana Angiologia e Patologia Vascolare

congresso-SiapavCatanzaro – Un centinaio di specialisti, oltre a un nutrito numero di medici e infermieri professionali si sono dati appuntamento a Gerace (RC), dove nel suggestivo scenario della chiesta di San Francesco si è tenuto il tredicesimo congresso della Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare (Siapav). Nel corso della due giorni sono stati trattati diversi aspetti relativi alla gestione dei pazienti che soffrono di malattie vascolari arteriose e venose, anche alla luce del rapido progresso delle conoscenze medico scientifiche e delle evidenze terapeutiche. Particolarmente interessante il carattere multidisciplinare che gli organizzatori hanno voluto dare al congresso, coinvolgendo branche specialistiche diverse dall’ambito vascolare e presenti sia nei poliambulatori, sia negli ospedali appartenenti alle Asp delle cinque province calabresi ma coinvolgendo anche i medici di base, che costituiscono la prima interfaccia dei pazienti. Lo scopo era individuare dei percorsi ragionati e condivisi per offrire ai pazienti le soluzioni terapeutiche più efficaci, con uno sguardo puntato anche sulla necessità di qualificare la spesa sanitaria evitando possibilmente gli sprechi derivanti dall’inappropriatezza delle prestazioni.
“Bisogna avere la consapevolezza che le malattie vascolari sono le più diffuse in Occidente – ha detto Filippo Ferrara, vice presidente nazionale della Siapav. Alcuni eventi che richiamano di più l’attenzione dell’opinione pubblica, come l’infarto o l’ictus, sono patologie vascolari ma va tenuto presente che pazienti affetti, ad esempio, da arteriopatia obliterante degli arti inferiori hanno un rischio a cinque anni elevatissimo di fare complicanze come congresso-Siapav1appunto l’infarto o l’ictus. Da qui il nostro impegno a sensibilizzare e informare su questi temi, anche perché fare una buona prevenzione significa proprio evitare i rischi di complicanze, pericolose per il malato e onerose per il servizio sanitario. Da questo punto di vista – ha aggiunto Ferrara – come Siapav siamo attivi da molto tempo su tutto il territorio nazionale. Nel caso del congresso di Gerace, ho accettato molto volentieri l’invito a essere presente perché, da qualche tempo a questa parte e con nostra grande soddisfazione, la sezione calabrese si è resa protagonista di un risveglio scientifico molto interessante”.
Tra i protagonisti principali di questo risveglio, c’è sicuramente Elia Diaco, responsabile dell’ambulatorio di Angiologia al S. Anna Hospital di Catanzaro e che da due anni guida la Siapav in Calabria. “Abbiamo lavorato molto e i risultati sono arrivati – ha detto Diaco – sia in termini di iscrizioni alla Società e sia in termini di partecipazione agli eventi. Quello di Gerace, organizzato con il contributo fondamentale del direttivo regionale Siapav e del collega Vincenzo Carabetta che ha anche presieduto i lavori, è stato di sicuro uno dei più significativi. Insomma, non è certo un caso se al congresso nazionale, che la Società terrà a Bologna a novembre prossimo, un’intera sessione di lavoro sarà dedicata esclusivamente a interventi di relatori iscritti alla sezione calabrese”.
In realtà, il legame storico e culturale tra la nostra regione e la ricerca scientifica in ambito venoso è antichissimo. Lo ha ricordato Gianpiero Avruscio, direttore dell’unità operativa complessa di angiologia presso l’azienda ospedaliera dell’università di Padova, che al congresso di Gerace ha tenuto una lettura magistrale su “La terapia farmacologica nella malattia venosa cronica”. “È all’università di Padova – ha detto Avruscio introducendo il tema affidatogli – che venne avviato il percorso di conoscenza della flebologia; quella stessa università la cui scuola chirurgica venne fondata nel 1222 da Bruno di Longobucco, calabrese che ha contribuito in modo determinante a rendere scientifica la chirurgia togliendola dalle mani dei cerusici, i barbieri del tempo”. Un cenno storico importante, per una regione spesso distratta rispetto al grande valore del suo passato.