Benevento – La caserma della compagnia dei carabinieri di Cerreto Sannita e’ diventato il quartier generale del pool di investigatori e magistrati che stanno seguendo il caso della piccola Maria Ungureanu. Poco fa anche il procuratore della Repubblica di Benevento Giovanni Conzo e’ giunto a Cerreto Sannita per fare il punto sulle indagini e si e’ lasciato “scappare” solo un appello al nugolo di cronisti che chiedeva di fare il punto sulle indagini. “Non siamo qui per sbattere il mostro in prima pagina – dice – stiamo facendo tutti gli accertamenti necessari”. Un “mostro” al momento non c’e’. C’e’ un indagato, l’operaio 21enne connazionale della piccola romena violentata e gettata nella piscina di un agriturismo di San Salvatore Telesino. Daniel pero’ continua a professarsi innocente e a ribadire di aver incontrato Maria, di averla tenuta con se’ perche’ lei glielo aveva chiesto. Insieme hanno fatto un giro in auto per andare a Telese Terme, dove non sono mai arrivati, e di essersi lasciati nei pressi della chiesa di San Salvatore, dove qualcuno li avrebbe anche visti salutarsi. E nella caserma di Cerreto Sannita si sono insediati gli esperti del Ris di Roma, i periti nominati dalla procura che stanno eseguendo anche dei prelievi di Dna per confrontarli con i campioni estratti dai medici legali Monica Fonzo e Claudio Buccelli durante l’esame autoptico. Contrariamente a quanto avviene di norma, il corpicino della bimba e’ ancora a disposizione degli inquirenti, non e’ stato ancora riconsegnato ai genitori Mario e Andrea, lui operaio lei badante, che si trovano dalla tarda mattinata di oggi a Cerreto, per ricostruire nei minimi dettagli le ultime ore trascorse con la loro unica figlia. Nella caserma si svolgono anche altri interrogatori: le amiche della bambina, alcuni ragazzi che frequentano la parrocchia retta da don Franco Pezone che sta organizzando con la sua comunita’ una fiaccolata per testimoniare l’affetto e il dolore per una morte cosi’ tragica. Daniel intanto si e’ trasferito dal fratello, che vive a Castelvenere. I genitori di Maria lo consideravano un amico e fino a ieri non erano neppure disposti a credere che quel ragazzo che spesso era stato loro ospite a cena potesse aver attirato Maria in una trappola senza scampo. Oggi, con il passare delle ore senza un colpevole e senza una salma da abbracciare per l’ultima volta, chiedono che Daniel dica tutto quello che sa e che confessi, se davvero e’ responsabile del delitto.