‘Ndrangheta: vice-prefetto, a Scalea nessuno pagava alcuna tassa

caccamo-salvatore
Roma – “Durante il periodo in cui ho svolto l’incarico di commissario a Scalea ho ereditato una situazione abbastanza sia per la gestione amministrativa dell’ente sia soprattutto per la situazione economico finanziaria”. Lo ha affermato il viceprefetto Salvatore Caccamo, gia’ coordinatore della Commissione straordinaria per la gestione del comune di Scalea (Cs) alla Commissione Antimafia che prosegue l’attivita’ di approfondimento sulle amministrazioni locali sciolte per mafia e rinnovate alla passata tornata elettorale. “Quando mi sono insediato non era stato approvato il bilancio di previsione del 2014 – ha precisato Caccamo – e la situazione del comune presentava forti criticita’, correlata ad una mancata fiscalita’ locale: il comune di Scalea poca aveva curato l’aspetto relativo alle entrate tributarie del comune, la situazione finanziaria presentava un deficit di 24 milioni che durante la gestione commissariale si e’ ridotta a 15 milioni di euro”. “Sono state prese misure di salvaguardia e di recupero dell’evasione fiscale; e’ stata creata una task force con le poche risorse umane dell’ufficio di ragioneria del comune di Scalea per affrontare la situazione nebulosa che si riscontrava all’interno dei vari settori. Col contributo della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate – ha proseguito il viceprefetto – si e’ riusciti a ricostruire l’anagrafe tributaria del comune, che era assolutamente inesistente: non esisteva una banca dati dei contribuenti. Cosi’ abbiamo avuto una situazione piu’ chiara delle utenze domestiche e commerciali: mai erano state versate imposte al comune di Scalea, ne’ tasse sui rifiuti, ne’ le imposte sulla pubblicita’ ne’ sull’acqua; la situazione era assolutamente caotica ne’ alcuno dei dirigenti aveva mai sottoposto la questione agli organi competenti”.