Reggio Calabria – C’e’ una costante nelle ultime operazioni della Dda reggina. E’ il nome di Paolo Romeo, avvocato, ex consigliere regionale ed ex deputato, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito del maxiprocesso “Olimpia” per i suoi rapporti con il potentissimo clan De Stefano. Nelle tre inchieste portate a termine negli ultimi tre mesi Romeo emerge come figura chiave. L’inchiesta “Fata Morgana”, l’operazione “Reghion” di lunedi’ scorso ed oggi con quella denominata in codice “Mamma Santissima” ne delineano il ruolo di uomo legato ai clan presente in molti affari affari.
Con “Fata Morgana” la Dda di Reggio Calabria e la Guardia di finanza hanno eseguito sette provvedimenti di fermo nei confronti di imprenditori e professionisti, oltre a trenta perquisizioni locali nei confronti di personaggi operanti nel settore economico e nella politica e dirigenti pubblici, collegati, nonche’ il sequestro di patrimoni aziendali per un valore complessivo di circa 34 milioni di euro. I destinatari dei provvedimenti avrebbero operato nella “zona grigia”, con la possibilita’ di condizionare la pubblica amministrazione per conto della ‘ndrangheta. U a strutturata rete relazionale, governata proprio da Paolo Romeo, in grado di esercitare un enorme potere di indirizzo sulle sorti delle principali attivita’ economiche di Reggio Calabria.
Scenario simile, pochi giorni fa, quello disegnato dall’operazione “Reghion”, con la quale sono stati contestati i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, turbata liberta’ degli incanti, truffa aggravata, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilita’, intestazione fittizia di beni, estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dieci le persone fermate dai Carabinieri di Reggio Calabria che avrebbero individuato anche alcune imprese collegate al sistema, un “comitato d’affari”, composto da dirigenti e funzionari pubblici e imprenditori, capace di gestire la “macchina amministrativa comunale” di Reggio Calabria sempre nell’interesse della ‘ndrangheta. Tra le persone coinvolte anche l’ex senatore di An Domenico Kappler, due funzionari del Comune di Reggio Calabria e imprenditori reggini, romani e milanesi. La condanna non avrebbe dunque impedito a Romeo di partecipare alla vita politica ed economica della citta’. Piu’ volte indicato dai pentiti come figura cardine nei rapporti tra ‘ndrangheta, politica e massoneria, partecipo’ anche ai moti di Reggio Calabria del ’70 come esponente della destra estrema.