Reggio Calabria – Fu scelto dai rappresentanti della Rai, in occasione delle riprese della serie “Gente di mare”, girata in Calabria, il villaggio “Blue Paradise” di Parghelia (Vv), da cui prende il nome dell’operazione della Polizia di Stato che stamane ha portato al sequetro di beni per 50 milioni di euro all’imprenditore Nicola Comerci, indicato come “delfino” del potente clan ‘ndranghetista dei Piromalli di Gioia Tauro, ma referente anche di altre “famiglie” mafiose. La vicenda e’ stata ricostruita dagli inquirenti nel delineare la personalita’ dell’impreditore, il cui ruolo era gia’ emerso nell’ambito di un’inchiesta della Procura della Repubblica di Vibo Valentia, volta ad accertare eventuali responsabilita’ penali relative alla produzione Rai della fiction. Il materiale al vaglio del Tribunale avrebbe consentito di appurare che, in merito all’individuazione di una struttura alberghiera da utilizzare per la fiction, era stato fatto espresso riferimento a Comerci, proprietario del villaggio “Blue Paradise”, definito quale “delfino dei Piromalli”. La struttura di Comerci, sequestrata oggi, fu
preferita ad un altro complesso alberghiero che aveva presentato un’offerta decisamente piu’ competitiva, in modo tale scongiurare, scrivono sempre gli inquirenti, “la possibilita’ che potesse scatenarsi una faida nel territorio”.
I responsabili di produzione della Rai furono costretti dunque a rivolgersi a Comerci, nonostante un imprenditore concorrente avesse presentato un’offerta di servizi piu’ vantaggiosa sotto il profilo economico. Cio’determino’ l’intervento di un esponente della cosca Mancuso di Limbadi (Vv) che, “per evitare ulteriori problemi”, riusci’ a far abbassare le pretese di Comerci riguardo al prezzo della sua offerta.
Comerci era gia’ stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di 4 anni e, contestualmente, di confisca dei beni, nel 2002. La misura fu revocata nel 2005, qunado la Corte d’Appello di Reggio Calabria revoco’ la sorveglianza, disponendo la restituzione dei beni confiscati.
Le indagini avrebbero ora fornito elementi ulteriori circa l’appartenenza dell’uomo agli ambienti mafiosi delle cosche Piromalli e Mancuso, “in un rapporto – scrive il Tribunale nel nuovo provvedimento – che si e’ sviluppato in un’iniziale simbiosi, sino a svilupparsi in un’evidente indipendenza di Comerci nel condurre i propri affari, pur continuando a gravitare negli ambienti criminali suddetti”.
Nicola Comerci, dagli anni’70 in poi, avrebbe costruito un impero economico, soprattutto nel campo delle strutture ricettive, della ristorazione e dei villaggi turistici, grazie all’appoggio fornito dalla potente cosca Piromalli ed ai legami tra questi ultimi ed i Mancuso. Diversi collaboratori di giustizia lo avrebbero evidenziato anche la contiguita’ alle consorterie criminali dei De Stefano di Reggio Calabria e dei Tripodi di Vibo. Le indagini svolte nell’ambito dell’inchiesta “Asmara”, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi (Rc), avrebbero consentito di ricostruire i rapporti conflittuali intercorrenti tra la famiglia Comerci e i Condoluci, sfociati in una serie di aggressioni e attentati, perpetrati vicendevolmente fra i membri dei due nuclei familiari. La faida sarebbe stata originata dall’acquisto, effettuato nel 1980 da Comerci, di un terreno a Parghelia, in comproprieta’ con Giuseppe Condoluci, per l’importo di 300 mila euro. A seguito dell’operazione commerciale, tra i due acquirenti erano sorti dei dissapori, che li avevano portati a dividere la proprieta’ comune. Sulla quota di pertinenza di Comerci sarebbe poi sorto il villaggio Blue Paradise, mentre sulla parte rimasta a Condoluci fu successivamente realizzato il complesso turistico “La Vela”, attiguo al Blue Paradise. “Da quel momento – spiegano gli investigatori – e’ stato tutto un susseguirsi di atti intimidatori e attentati dinamitardi” su cui e’ stata fatta piena luce, grazie all’attivita’ investigativa svolta, a partire da due tentati omicidi.
Il procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero De Raho, nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura per illustrare i dettagli dell’operazione, ha spiegato che “solitamente la Polizia di Stato non sviluppa indagini patrimoniali, sebbene negli ultimi tempi rileviamo che l’apporto, la capacita’ di approfondimento investigativa anche sotto aspetto patrimoniale da parte della Polizia sono rilevantissime. Ricostruire la sproporzione su attivita’ cosi’ ampie – ha aggiunto il procuratore – e’ impresa che in genere la Guardia di Finanza riesce a compiere. La divisione anticrimine e’ riuscita a svolgere un’attivita’ cosi’ approfondita, e’ un’ulteriore arma che il contrasto giudiziario acquisisce grazie alla specializzazione della Polizia”.
Il procuratore aggiunto Gaetano Paci ha parlato della vicenda della fiction Rai “Gente di mare”, girata nel villaggio “Blue Paradise” di Parghelia, spiegando che “come accade anche in Sicilia per casting che scatenavano appetiti di diverse famiglie mafiose sul territorio – ha detto Paci – cio’ accade anche in Calabria”.
“Le indagini di natura patrimoniale non sono nel dna della Polizia di Stato – ha commentato il Questore Raffaele Grassi – ma da quando sono qui ho cercato di conferire un grosso impulso all’azione di aggressione dei patrimoni illeciti”.
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