Violenza donne: “Sos Stalking”, da gennaio 4 uccise in Calabria

stalking-14Roma – Dall’inizio dell’anno ad oggi sono gia’ 102 le donne vittima del cosiddetto femminicidio. Praticamente, una ogni 74 ore. Lo dice l’associazione “Sos staliking”, specificando che le donne sono state uccise prevalentemente dal marito o dal compagno. Ancora troppe, spiega l’associazione, anche se il dato e’ leggermente in calo del 9% rispetto allo stesso periodo del 2015, quando si contavano otto omicidi in piu’, per un totale di 116 in 12 mesi. Se confrontati con quelli dei due anni precedenti, i numeri risultano percentualmente in aumento rispetto all’anno 2014, che ha visto la triste conta di 110 vittime (al 25 novembre erano 98) e in calo rispetto al 2013, ‘annus horribilis’ in cui si sono registrati ben 138 femminicidi (al 25 novembre erano 120).
“I dati confermano purtroppo che il trend continua ad essere costante e che, cio’ nonostante, e’ calata l’attenzione da parte della politica, che tende a privilegiare tematiche referendarie da mesi, senza curarsi di mettere in cantiere misure di contrasto a questo triste primato – afferma l’avvocato Lorenzo Puglisi, Presidente e fondatore dell’associazione SOS Stalking – E’ importante che le donne imparino a riconoscere le situazioni a rischio: anche piccole avvisaglie fatte di minacce, insulti o comportamenti sopra le righe, devono costituire spie di allarme. Per questo e’ necessario coltivare un’imponente opera di prevenzione istruendo i giovani all’empatia e all’educazione sentimentale gia’ dai primi anni di scuola. Solo cosi’ si puo’ alimentare la speranza che in futuro i numeri calino sensibilmente”.

Su 102 casi di femminicidio da inizio gennaio a oggi, aggiunge “Sos Stalking”, l’eta’ media delle donne uccise e’ di 50 anni mentre, dando uno sguardo alla cartina, la Lombardia rimane in testa con 17 vittime, segue l’Emilia Romagna con 14 e al terzo posto di questo (triste) podio c’e’ il Veneto con 12. A seguire ancora Piemonte con 11 donne uccise, Toscana e Campania (10), Lazio (7), Liguria (6), Calabria (4), Sicilia e Puglia (3), Friuli-Venezia Giulia e Sardegna (2) e infine Umbria (1 vittima). Parallelamente non possiamo dimenticare quelle che vengono comunemente definite vittime ‘secondarie’, ovvero i figli che rimangono orfani piu’ spesso della madre, nei casi peggiori di entrambi i genitori, quando il delitto assume la duplice veste di ‘omicidio-suicidio’. In seguito ai 102 casi gia’ denunciati di omicidi al femminile, sono rimasti orfani 72 figli, anche se i numeri sono stimati al ribasso, precisa Puglisi: “Di due casi sappiamo che le vittime avevano piu’ di un figlio, ma non conosciamo il numero esatto, mentre un bimbo, oltre ai 72 stimati, era nel grembo della madre ed e’ deceduto con lei”. Non dimentichiamo poi le conseguenze a lungo termine e, spesso, irreparabili per le vittime ‘secondarie’, che ancora non possono contare su un fondo nazionale che le supporti economicamente e che ancora oggi rischiano di subire gli effetti della mancanza di una norma che escluda automaticamente il genitore omicida dall’asse ereditario della vittima: “Non solo il trauma legato allo shock per aver in alcuni casi testimoniato direttamente all’omicidio, ma anche la difficolta’ ad elaborare il lutto in una fase delicata della crescita e la sopravvenuta indigenza sono le drammatiche conseguenze a cui i minori vanno incontro. Non e’ raro che gli orfani dei femminicidi finiscano sulla strada della delinquenza, o della droga. Ancora non esiste una norma specifica che tuteli o sostenga, anche economicamente, questi orfani speciali, a differenza di quanto invece accade per altre categorie, come per le vittime di mafia, o del terrorismo, ad esempio. Possiamo affermare che il dramma si somma alla tragedia”, conclude Puglisi.