Catanzaro – “Abbiamo ridato liberta’ alla gente”. Con queste parole il procuratore capo della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha commentato l’esito dell’operazione “Borderland” che ha portato in carcere 48 esponenti della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro. Nel corso della conferenza stampa, Gratteri ha aggiunto: “Si tratta di un’indagine importante, completa e difficile, che racchiude tutte le tipologie di indagine sulla mafia”. Anche il questore Giuseppe Racca ha sottolineato l’importanza dell’operazione: “La provincia di Catanzaro – ha detto – non e’ esente dal predominio della criminalita’ organizzata”, mentre il capo della squadra Mobile, Nino De Santis, ha evidenziato il controllo della cosca sui villaggi turistici della zona, con il pagamento di “mazzette” da parte dei condomini, Il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri, nell’illustrare i retroscena dell’operazione, ha sottolineato gli interessi non solo nel comprensorio a cavallo tra le province di Catanzaro e Crotone, ma anche gli interessi della cosca in Veneto ed Emilia Romagna. L’indagine, come ha affermato Bombardieri, ha potuto utilizzare sia le numerose intercettazioni telefoniche e ambientali, sia “le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia quali Marino, Cortese, Pulice e Vrenna”. Lo stesso procuratore aggiunto ha ribadito sia l’ostentazione del potere da parte degli esponenti della cosca, sia la violenza con cui venivano imposte le regole del clan. Secondo il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto, “la cosca Trapasso ha avuto il controllo del battito cardiaco del territorio, con il controllo totale sui villaggi turistici, ma anche attraverso il condizionamento mafioso alle elezioni amministrative del 2014”.
‘Ndrangheta: operazione “Borderland”, 56 i capi di imputazione
Cinquantasei capi di imputazione per contestare i reati di associazione di tipo mafioso (sia in termini di appartenenza organica che di concorso esterno), estorsioni; violazioni in materia di armi; illecita concorrenza con violenza o minaccia; esercizio abusivo del credito; intestazione fittizia di beni, tutti reati aggravati dalla modalita’ mafiose e dalla finalita’ di avvantaggiare l’organizzazione criminale. L’operazione “Borderland”, portata a termine dalla squadra mobile di Catanzaro, ha svelato la potenza criminale della cosca di ‘ndrangheta della famiglia Trapasso, egemone sul territorio a cavallo tra le provincie di Catanzaro e Crotone, riuscendo a controllare una zona con particolare interessi nel settore turistico, ma con interessi anche in Veneto ed Emilia Romagna. Oltre alla cosca Trapasso e’ stata smantellata anche la ‘ndrina collegata dei Tropea-Talarico. L’operazione ha ricostruito il predominio che partiva da San Leonardo di Cutro, nel Crotonese, luogo di residenza dei Trapasso, a Cropani, centro del Catanzarese dove la stessa famiglia avrebbe messo in atto il proprio controllo anche attraverso gli stessi Tropea e i Talarico. Proprio in un territorio a cavallo tra le due province, da qui il nome dell’operazione, la cosca sarebbe riuscita ad insediarsi nelle attivita’ imprenditoriali con il ruolo di capo gestito da Giovanni Trapasso, e dai figli Leonardo (detto Nana’) e Tommaso, stabilendo una connessione diretta con la potente cosca Grande Aracri di Cutro, ma anche con i Farao-Marincola di Ciro’ Marina, i Bubbo di Petrona’ e i Ferrazzo di Mesoraca, con legami anche con i clan di tutta la regione. Secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, la cosca cutrese sarebbe riuscita a mettere in atto una vera e propria “occupazione militare” della zona, con il gruppo dei Tropea e dei Talarico che prima sarebbero stati assoldati come “manovalanza”, poi con una propria autonomia anche se con obbligo di rendiconto ai Trapasso. Oltre alle estorsioni nei confronti di numerosi imprenditori e al prestito di denaro, la cosca avrebbe avuto anche un ingente quantitativo di armi, conquistando anche un ruolo di primo piano nel panorama della criminalita’ organizzata calabrese.
‘Ndrangheta: operazione “Borderland”, gli arrestati
Sono 48 le persone tratte in arresto nell’ambito dell’operazione “Borderland” portata a termine della polizia di Stato di Catanzaro e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia. In manette sono finiti il presunto boss di San Leonardo di Cutro, Giovanni Trapasso, insieme a Leonardo Trapasso “alias Nana’”; Vincenzo Trapasso; Tommaso Trapasso; Giuseppe Trapasso; Gregorio Aiello; Salvatore Aiello; Antonio Bianco; Vito Borelli; Raffaele Bubbo; Pier Paolo Caloiro; Gianluca Colosimo; Giovanni Colosimo; Massimo Colosimo; Alex Correale; Alessandro Cosco; Stefano Roberto Cosco; Giovanni Damiano Drago; Maurizio De Fazio; Domenico Esposito; Rosetta Esposito; Rosario Falsetti; Francesco Greco “alias Raffaele”; Klodian Hymeti; Giuseppe Graziano Macri’; Salvatore Macri’; Antonio Mancuso; Giuseppe Mancuso; Eliseo Mercurio; Vincenzo Niutta; Gianfranco Palaia; Giuseppe Palaia; Giuseppe Quintino; Rolando Russo; Giuseppe Richichi; Francesco Talarico; Giovannibattista Talarico; Pasquale Talarico; Vincenzo Talarico; Antonio Taverna; Carmine Taverna; Carmine Tropea; Francesco Tropea; Giuseppe Tropea; Renzo Tropea; Vincenzo Tropea; Antonio Viscomi; Massimo Zofrea; Salvatore Stanizzi.