Lamezia Terme – Un imponente flusso di droga alimentava lo spaccio a Lamezia Terme. Ad alimentarlo il clan Cerra-Torcasio-Gualtieri che aveva fatto delle zone della citta’ note come Ciampa di Cavallo, Trempa e Capizzaglie le aree di smercio dello stupefacente che arrivava dalla fascia ionica reggina, dalla Puglia e dall’Albania, dove la potente cosca di ‘ndrangheta si riforniva utilizzando i ricavi frutto dello smercio anche per il sostentamento degli affiliati detenuti e delle loro famiglie. Sono 47 le ordinanze di custodia cautelare eseguite, delle quali 24 in carcere e 23 agli arresti domiciliari emesse dal Gip di Catanzaro, Ferraro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, contro un’organizzazione di trafficanti di droga. L’indagine, che vede indagate in tutto 77 persone, e’ stata seguita dal sostituto procuratore Elio Romano, con la collega Fabiana Rapino applicata alla Dda per completare l’ordinanza. Tra le persone coinvolte nell’operazione, accusate a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di stupefacenti, con l’aggravante delle finalita’ mafiose, c’e’ anche il capo storico della cosca, Nino Cerra, 69 anni.
Le attivita’ sono state avviate nel gennaio 2013, come hanno sottolineato gli ufficiali dell’Arma, il capitano Fabio Vincelli, comandante del Nucleo investigativo, e il tenente Pietro Tribuzio, comandante della Compagnia di Lamezia Terme. Diversi sequestri di droga hanno contribuito a perfezionare le indagini. Nel corso della conferenza stampa, tenuta negli uffici della Procura di Catanzaro, per illustrare i particolari dell’operazione, il procuratore capo Nicola Gratteri ha sottolineato che quella dei Cerra-Torcasio-Gualtieri e’ da considerare “una famiglia di serie A” nel traffico di stupefacenti, ricordando che esistono gia’ sentenze definitive rispetto all’associazione mafiosa. “Per decenni – ha aggiunto Gratteri – hanno dominato il territorio della piana di Lamezia Terme, con la ‘ndrangheta della fascia ionica che si approvvigionava per cocaina e ed eroina”.
Gratteri ha sottolineato che i Carabinieri “sono riusciti a portare a termine un’indagine completa sul piano probatorio, con pazienza e professionalita’, ricostruendo in modo sistematico l’organizzazione criminale”. Il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri ha evidenziato i particolari dell’inchiesta; dalle aree di spaccio ai legami con le cosche della ionica reggina, con la Puglia e con canali albanesi. “Siamo davanti ad una cosca pericolosa – ha aggiunto Bombardieri – perche’ l’indagine prende avvio dalle dichiarazioni di un testimone di giustizia tossicodipendente, minacciato da soggetti che dovevano recuperare somme di denaro”. Ulteriori riscontri sono arrivati anche da alcuni collaboratori di giustizia, consentendo di completare “uno spaccato importante, perche’ dal territorio sono stati tirati fuori soggetti che costituivano pericolo costante per sicurezza dell’area”. Il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Marco Pecci, ha spiegato che “l’attivita’ ha consentito di dare risposte ad un territorio molto particolare, esposto a fenomeni criminosi, per andare incontro all’istanza di sicurezza che arriva dai cittadini”, ed ha quindi sottolineato la “sinergia perfetta tra i reparti dei Carabinieri”.
Gli arrestati
Sono 47 le ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, per l’indagine contro la cosca di ‘ndrangheta Cerra, Torcasio, Gentile, che ha permesso ai carabinieri di neutralizzare un imponente traffico di droga. Le 24 ordinanze di custodia cautelare in carcere riguardano:
Nino Cerra, 69 anni; Vincenzo Torcasio, 37 anni; Pasquale Torcasio, 38; Pasquale Torcasio, 37; Antonio Gualtieri, Cesare Gualtieri, 39; Pasquale Carnovale; Cesare Gualtieri, 48; Nicola Gualtieri, 25; Sebastiano Strangio; Danilo Torcasio; Francesco Tropea; Luca Torcasio; Giuseppe Gullo; Peppino Festante; Ivan Matti Altadonna; Silvia Mascaro; Teresa Estino; Antonio Torcasio; Maria Pia Renda; Roberto De Fazio; Salvatore Fiorino; Pasquale Gullo; Gaetano Larosa.
Agli arresti domiciliari sono finite 23 persone: Giuseppe Dattilo; Stefano Frangipane; Concetto Pasquale Franceschi; Franco Franceschi; Antonio Franceschi; Antonio Salatino; Pasquale Salatino; Antonio De Fazio; Aurelio Scalise; Lorenzo Cosentino; Vincenzo Ammendola; Francesco Genchi; Eljon Hoxhaj; Carmela Profeta; Angela Patruno; Maurizio De Fazio; Pasquale Tedesco; Giovanni Pujia; Antonio Grande; Angela Gatto; Luciano Torcasio; Antonio Gatto; Danilo Fiumara.