Mafie: Bindi, fra obiettivi inchiesta consapevolezza fenomeno

rosi-bindi-12-10Roma – “Le indagini e gli esami riguardano il fenomeno mafioso nel suo complesso, non gia’ la rilevanza giuridica delle condotte di singoli, in quanto e’ evidente che quella parlamentare non e’ una sede giudiziaria, ne’ penale ne’ sportiva. L’obiettivo di questo filone dell’inchiesta sulle mafie e’ pertanto, in primo luogo, rendere tutti i soggetti della filiera sportiva consapevoli dei rischi che l’ignoranza o la sottovalutazione del fenomeno comportano per l’intero sistema del calcio professionistico e non; in secondo luogo quello trovare insieme nuovi strumenti per tutelare le stesse societa’ sportive da aggressioni di qualunque tipo, attraverso una collaborazione corale di tutte le istituzioni coinvolte, anche tenendo conto delle fondamentali esigenze di tutela dell’ordine pubblico in occasione di manifestazioni sportive”. Lo ha affermato la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, in apertura dell’audizione di Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione italiana calciatori. (
“Pertanto – afferma Rosy Bindi -, voglio oggi richiamare tutti i componenti della Commissione a mantenere un comportamento consono alla sede e alla funzione parlamentare, tanto piu’ alla luce della delicatezza della materia oggetto dell’inchiesta, che va a toccare sensibilita’ assai diffuse e che, se strumentalizzata, puo’ inutilmente rinforzare tensioni gia’ presenti sia a livello sociale che sportivo, Il dovere di adempiere le funzioni pubbliche con disciplina e onore, gia’ fissato dalla Costituzione (art. 54), e’ ulteriormente rinforzato per i parlamentari componenti della Commissione parlamentare antimafia, che in base alla legge istitutiva (art. 2, comma 1) sono “nominati anche tenendo conto della specificita’ dei compiti d’inchiesta assegnati alla Commissione” e sono sottoposti alle prescrizioni collegate alle norme di uno specifico codice etico, la “proposta di autoregolamentazione per le candidature” piu’ volte discusso in Commissione. Lo status del membro della Commissione di inchiesta e’ peculiare rispetto a quello delle altre Commissioni, con maggiori compiti e maggiori oneri derivanti dalle accresciute funzioni della Commissione di inchiesta, che come noto ha i poteri (anche) dell’Autorita’ giudiziaria. Si richiamano, dunque, tutti i componenti della Commissione, sia a rispettare nel modo piu’ scrupoloso i vincoli di segretezza e di riservatezza funzionale che possono riguardare rispettivamente l’attivita’ del plenum della Commissione e quella dei comitati – che rimangono articolazioni organizzative della Commissione delegate a svolgere funzioni istruttorie interne – sia mantenere una opportuna sobrieta’ nei comportamenti e una doverosa moderazione nelle esternazioni pubbliche. Tutto cio’ a tutela non solo dei destinatari di dichiarazioni improprie o inutilmente volgari e offensive, ma anche – conclude – a tutela del prestigio dell’istituzione e della serieta’ e dell’autorevolezza del lavoro che sta svolgendo la Commissione Antimafia”.