Call center: Cgil, emendamento governo favorira’ delocalizzazioni

Catanzaro  – La notizia relativa all’emendamento, presentato dal Governo, che prevede una modifica all’art 24bis del decreto legge 22 giugno 2012 numero 83, allarma la Cgil. “Questa modifica, se approvata, – spiega la segreteria regionale della Slc Cgil Calabria in una nota – esonererebbe le aziende committenti, che svolgono attivita’ di call center, dall’obbligo di informare preliminarmente il cliente sul Paese in cui l’operatore con cui parla e’ fisicamente collocato e da quello di dare la possibilita’ all’utente di parlare con un operatore collocato in Italia o in altro Paese EU, sia per il settore inbound che per quello outbound. Inoltre, le aziende committenti, sarebbero esonerate dall’obbligo di iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione. Le modifiche richieste dal governo, sono chiaramente in contraddizione con la volonta’ di limitare le delocalizzazioni, in quanto esonerano dagli obblighi sopra descritti una parte importante della filiera, la committenza. Quindi, a soli pochi mesi dalla firma del protocollo del Ministro Calenda coi grandi committenti, – spiegano ancora dalla segreteria del sindacato – in cui si prospettava il recupero di oltre 20.000 posti di lavoro dalle delocalizzazioni, si assiste alla deresponsabilizzazione degli stessi andando in controtendenza con quanto affermato. Le istituzioni dovrebbero fare chiarezza una volta per tutte, dovrebbero dirci, anche se lo si capisce abbastanza chiaramente, se hanno intenzione di mettere un freno all’emorragia di lavoro che stiamo avendo in questo settore, regolamentandolo e mettendolo in sicurezza, oppure – conclude la segreteria – se intendono abbandonarlo al liberismo sfrenato in cui continueranno a macinare profitti “im-prenditori” spregiudicati e contemporaneamente si continueranno a scaricare le crisi sui lavoratori e sulla fiscalita’ generale”.