Migrante ucciso: Coldiretti, rompere catena sfruttamento

Catanzaro – “Devono continuare a comporsi i tasselli per sostituire alla “logica del ghetto” quello della “dignitosa ospitalita’ per i lavoratori”. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere cordoglio per la scomparsa di Soumaila Sacko, il migrante maliano di 29 anni ucciso da una delle fucilate che hanno ferito altre due persone. IN Calabria, nella piana di Rosarno, lavorano migliaia di braccianti impegnati nella raccolta degli agrumi, per pochi euro. “Vanno accertate al piu’ presto le responsabilita’ ma – sottolinea la Coldiretti – bisogna anche lavorare sul piano strutturale per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei migranti legalmente presenti in Italia. In questa direzione – si fa rilevare – va la consegna e donazione di due container dotati di docce e spogliatoio al sindaco del comune di San Ferdinando (Reggio Calabria) e installati nel campo di prima accoglienza (la nuova tendopoli) grazie alla campagna svolta nelle piazze e Mercati di Campagna Amica da Coldiretti e FOCSIV abbiamo riso per una cosa seria. Un primo passo che – precisa la Coldiretti – va completato con interventi urgenti per ridare dignita’ ai lavoratori. Serve – conclude la Coldiretti – una azione di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per spezzare la catena dello sfruttamento che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera: dalla distribuzione all’industria che arriva a sottopagare i prodotti nelle campagne pochi centesimi”.