‘Ndrangheta: Reggio Calabria, arrestati mandanti omicidio Canale

Reggio Calabria – E’ in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria e Vibo Valentia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, in esecuzione di un’ordinanza di misura cautelare emessa da Gip presso il Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di 3 persone, ritenute responsabili, in concorso tra loro e con altri indagati – gia’ colpiti da analogo provvedimento lo scorso 10 novembre – dei delitti di omicidio, detenzione e porto di armi clandestine e da guerra, ricettazione, commessi con l’aggravante del metodo e delle finalita’ mafiose.
Le indagini – si legge in una nota – hanno permesso di individuare i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Giuseppe Canale, affiliato alla cosca “Condello-Chirico”, ucciso il 12 agosto 2011, in pieno giorno da due killer vibonesi assoldati dalla cosca reggina.
Gli approfondimenti svolti dai militari dell’Arma hanno fatto luce sul movente del grave fatto di sangue, inquadrabile nell’ambito dei contrasti insorti all’interno della consorteria, al tempo egemone nel quartiere Gallico del capoluogo calabrese, per la successione nel ruolo di vertice.

 

I destinatari della misura sono:

1. Antonino Crupi, cl.83 di Reggio Calabria;
2. Giuseppe Germanò, cl.70di Reggio Calabria;
3. Diego Zappia, cl.85 di Oppido Mamertina (RC).

Il provvedimentoodierno costituisce l’esito di un ulteriore approfondimento investigativo condotto dai militari dei Nuclei Investigativi di Reggio Calabria e Vibo Valentia che, sotto il coordinamento del Procuratore Aggiunto Giuseppe Lombardo e del Sostituto Procuratore Sara Amerio, ha consentito di individuare negli odierni indagati, appartenenti o legati alla coscareggina “Condello-Chirico”, gli ulteriori responsabili dell’omicidio di Giuseppe Canale, avvenuto in Gallico (RC) il 12 agosto 2011.

In una prima fase le indagini sull’omicidio avevano già condotto, lo scorso 10 novembre, all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei materiali esecutori, Cristian Loielo, Nicola Figliuzzi e Salvatore Callea, e dei mandanti Filippo Giordano, Domenico Marcianò e Sergio Iannò.
Già dalle prime battute, le risultanze investigative avevano consentito di collocare il grave fatto di sangue nell’ambito di un regolamento di conti interno alla consorteria criminale.
A confortare l’assunto erano intervenuti, nell’ambito delle indagini avviate per la ricostruzione dei gravi fatti inerenti ad una cruenta faida di ‘ndrangheta consumatasi a cavallo del 2011 e del 2012 nel territorio vibonese, gli esiti di ulteriori attività tecniche e soprattutto le dichiarazioni convergenti di più collaboratori di giustizia, che incidentalmente hanno fornito chiari e precisi elementi conoscitivi anche riguardo all’omicidio di Gallico.
Nel corso dell’odierno supplemento investigativo, si sono rivelate determinanti le dichiarazioni rese dai collaboratori all’indomani degli arresti dello scorso novembre, con particolare riferimento a quelle rilasciate da uno degli esecutori materiali, Nicola Figliuzzi.
Dal complesso dei contenuti dichiarativi emergeva come la vittima, Giuseppe Canale, fosse divenuto personaggio scomodo al gruppo di ‘ndrangheta facente capo a Antonino Crupi e Domenico Marcianò, poiché ritenuto esecutore materiale dell’omicidio – avvenuto il 20.9.2010 – di Domenico Chirico, suocero di Crupi ed elemento di vertice dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante nella frazione Gallico.

Nella prima fase delle indagini, i collaboratorihanno fornito precisi elementi sui soggetti che materialmente avevano proposto l’omicidio ai killer, ovvero Salvatore Callea e l’odierno arrestato, Diego Zappia.

Nuovi elementi sono emersi, inoltre, sulle modalità con le quali i killer sono stati indirizzati su Giuseppe Canale, soggetto non conosciuto dagli esecutori assoldati per il suo assassinio: si tratta dei nominati Marcianò (già detenuto) e Crupi (destinatario dell’odierna misura) che hanno incontrato i killer, hanno condotto insieme a loro i sopralluoghi sul luogo dell’agguato, hanno fornito una descrizione fisicadella vittima,hanno dato il via all’esecuzione e hanno garantito il supporto logistico prima, durante e dopo l’omicidio.

Tra i mandanti dell’omicidio, infine, insieme a Domenico Marcianò, Sergio Iannò (anche lui già colpito dalla precedente misura cautelare) e Antonino Crupi figura anche Giuseppe Germanò,titolare di un negozio di ortofrutta a Gallico, che mise a disposizione degli altri indagati i locali del proprio esercizio pubblico per le riunioni propedeutiche alla consumazione del reato, prendendo parte in prima persona all’ideazione e alla programmazione del grave fatto di sangue.

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