Fax: in Calabria qualche sacca di resistenza

Catanzaro – Regione, Province, Comuni, ospedali, tribunali e Prefetture calabresi hanno imballato i fax per comunicare esclusivamente con l’uso della posta certificata al fine di adeguarsi alla normativa ed all’uso della tecnologia digitale. Ma da un sondaggio fra i vari enti, statali e locali, emerge la presenza di sacche di resistenza, annidate soprattutto nei piccoli comuni, dove i dirigenti e gli impiegati piu’ anziani faticano a metabolizzare l’utilizzo delle nuove tecnologie, piu’ rapide e piu’ sicure. Casi circoscritti ed isolati, la cui conseguenza e’ che, sebbene l’uso del fax nella pubblica amministrazione sia vietato ormai dal 2013, in qualche ente locale il suo utilizzo si e’ prolungato fino al pensionamento dei dipendenti piu’ anziani. Complessivamente, comunque, la situazione e’ in fase di normalizzazione.
“C’e’ ancora qualche singola abitudine che non riesce a scrollarsi di dosso un tipo di comunicazione antidigitale” conferma Paolo Lo Moro, segretario generale nel Catanzarese con grande esperienza alle spalle. “Ovviamente – precisa Lo Moro – dal punto di vista normativo la comunicazione non ha alcun valore, eppure le richieste di comunicare con il fax arrivano spesso anche da enti superiori, ma prevalentemente per comunicazioni e atti informali”. La soluzione, secondo Lo Moro, potrebbe essere quella della piena applicazione del Cad (Codice dell’Amministrazione Digitale): “Quando si applichera’ in pieno regime il Cad, anche quest’ultima frangia di antidigitale sara’ superata”. Gli “irriducibili”, dunque, non mancano.