Libri: venerdì a Gizzeria presentazione di “Fai silenzio caparrasti assai”

Lamezia Terme – Venerdì 19 ottobre alle ore 17.30 nell’Istituto Tecnico Agrario “V. Emanuele II” di Gizzeria Lido, in provincia Catanzaro, sarà presentato il libro della dottoressa Marisa Manzini, dal titolo “Fai silenzio ca parrasti assai”. La presentazione avverrà nell’ambito di una inziativa promossa dal Rotary Club Reventino. Alla presentazione del libro sarà presente l’autrice che converserà con Otello Lupacchini Procuratore Generale della Repubblica – Catanzaro, Adele Manno Avvocato Penalista, Arcangelo Badolati, Giornalista Scrittore e Florindo Rubbettino. A presentare i lavori e a moderali sarà la giornalista Luigina Pileggi, Gazzetta del Sud.
A porgere i saluti di benvenuto saranno Giuseppe Sirianni, Presidente RC Reventino, Rita Elia
Dirigente Scolastico “ITA” e Pietro Raso Sindaco di Gizzeria. Le conclusioni saranno tratte da Pasquale Verre DGE Distretto 2100 – Italia.

L’autrice del libro è attualmente Procuratore Aggiunto presso la Procura di Cosenza, ma sopratutto è da lungo tempo impegnata quotidianamente nella lotta alla ‘ndrangheta, in particolare nel territorio del vibonese. E’ un testo-messaggio rivolto all’intera popolazione calabrese contro la ‘ndrangheta; la ‘ndrangheta è un “elemento costitutivo della società calabrese”; le famiglie di ‘ndrangheta sono cellule della società e, come tali, respirano la stessa aria. Sono cellule malate, però, che si nutrono della parte sana della collettività, dissanguandola. La forza della ‘ndrangheta sta nell’omertà, nella capacità di impedire che si parli della crudeltà e della prepotenza che la contraddistinguono. Il silenzio, a volte determinato dalla paura, altre volte dalla indifferenza o, ancora, dalla vicinanza, ne ha consentito diffusione e consolidamento anche al di fuori dei confini nazionali. È la forza della parola, il coraggio di denunciare, che potrà distruggerla. Le parole fanno paura, ecco perché un capo, Pantaleone Mancuso, atterrito, perde il controllo, nel corso di una udienza in cui è imputato e urla al suo Pubblico Ministero: «Fai silenzio, fai silenzio, fai silenzio ca parrasti assai, hai capito ca parrasti assai, fai silenzio ca parrasti assai.» Espressione dello stato d’animo di un boss che comprende che il muro che ha costruito per la protezione sua e della sua famiglia sta per essere infranto dal coraggio di chi usa la parola. Un titolo particolare quello scelto per il testo che nasce da una diretta esperienza dell’autrice che, il 10 ottobre 2016, durante un’udienza, che vedeva alle sbarre il gruppo ‘ndranghetistico Mancuso, si sentì rivolgere, con aria spavalda, da Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, imputato sottoposto a regime duro, la frase: “Fai silenzio, fai silenzio. Fai silenzio ca parrasti assai. Hai capito ca parrasti assai? Fai silenzio ca parrasti assai”. Da questa frase l’idea di realizzare un testo che metta in risalto quanto la parola venga vista come un pericolo dai mafiosi che vogliono il silenzio, lo pretendono.

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