Mafie: investigatori, da coppola e lupara a mouse e hard disk

Roma – Il crimine organizzato si e’ trasformato e adeguato all’evoluzione tecnologiche globali e le piattaforme digitali si sono rivelate dei luoghi particolarmente adatti ad attivita’ illegali di stampo mafioso ed evitare di essere intercettati. E’ quanto emerge dall’inchiesta sul gioco on line (condotta da Gdf, polizia, carabinieri e Dia) culminata con l’arresto di 68 persone e il sequestro di beni per un valore di circa 1 miliardo di euro. Vincenzo Nicoli’, il vice direttore dello Sco (Servizio centrale operativo della Polizia di Stato), ha sottolineato, durante la conferenza stampa che si e’ svolta oggi al Direzione nazionale antimafia, che “dobbiamo abituarci ad una mafia non solo tradizionale con coppola e lupara ma ad una con hard disk, server e mouse e a programmatori al posto dei chimici che producevano l’eroina decenni fa”. Concetto ribadito dal generale della Guardia di Finanza Alessandro Barbera, dello Scico, Servizio Centrale Investigativo contro la criminalita’ organizzata, che ha detto: “Il crimine si e’ adeguato e trasformato all’evoluzione globale dei sistemi di comunicazione e di transazione economica”.

Secondo il Procuratore della Repubblica di Bari, Giuseppe Volpe, l’indagine di oggi “proprio per le sue caratteristiche segna il passaggio da una criminalita’ mafiosa di tipo tradizionale ad una nuova dimensione di organizzazione del crimine che passa anche per un’attivita’ di riciclaggio di denaro che entra in maniera prepotente e spregiudicata nei settori di avanguardia del mercato economico globale. Bisogna considerare anche gli aspetti tecnologici della vicenda, perche’ in questa occasione si sono dovute attivare una serie di piattaforme e canali informatici. In Italia – ha concluso il magistrato – il gioco e’ garantito solo attraverso piattaforme punto It e invece qui le scommesse sono finite su piattaforme connotate dalla definizione punto Com”. A puntare i riflettori sull’inadeguatezza del quadro normativo per quanto riguarda il settore delle scommesse online e’ stato Giuseppe Governale, direttore della Dia: “Abbiamo un quadro normativo – ha sottolineato – che deve essere colmato. Cio’ che e’ accaduto ci fa capire che questo settore ha delle norme non soddisfacenti. La mafia e’ come l’acqua, dove trova possibilita’ di infiltrarsi lo fa e conosce perfettamente questa debolezza normativa”.