Tar: aperto anno giudiziario, sotto la lente sanita’ e ‘ndrangheta

Catanzaro  – La necessita’ di una maggiore e “leale” collaborazione tra le amministrazioni pubbliche, la perdurante conflittualita’ nel settore della sanita’ tra Regione e commissario ad acta e tra privati e settore pubblico, il condizionamento della criminalita’ organizzata nelle istituzioni e nell’economia della Calabria: sono stati questi i temi che hanno caratterizzato l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale. La cerimonia e’ stata presieduta dal presidente del Tar Calabria, Vincenzo Salamone, che nella sua relazione si e’ soffermato sull’attivita’ della magistratura amministrativa, evidenziando in primo luogo il dato per cui “come per altre sedi di tar, l’organico dei magistrati oggi in servizio e’ molto ridotto rispetto a quello di diritto”, e rilevando che “a seguito del trasferimento senza sostituzione di due magistrati dall’1 maggio il tribunale calabrese sara’ nell’impossibilita’ di operare con due sezioni, salvi provvedimenti straordinari del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa”. Tuttavia – ha proseguito Salamone – “il lavoro profuso con impegno dai magistrati e dal personale di segreteria ha consentito il raggiungimento nel 2018 di importanti risultati”: secondo il presidente del Tar si registra infatti “una notevole riduzione dell’arretrato”, passato da 4.321 ricorsi pendenti all’1 gennaio 2018 a 3,2354 pendenti al 31 dicembre 2018, con una percentuale quasi del 25%, la piu’ alta d’Italia”. Un dato che – ha rimarcato Salamone – e’ il frutto di un’azione mirata a una maggiore efficienza e tempestiva risposta ai cittadini, nella consapevolezza che l’efficienza della giustizia amministrativa”. Altro dato evidenziato dal presidente del Tar nella sua relazione e’ il fatto che nel 2018 sono state appellate solo il 10,6% delle sentenze del primo grado di giudizio. Nelle sue considerazioni generali, Salamone ha ricordato che “in Calabria in varie occasioni il Tar e’ stato chiamato a pronunciarsi in giudizi che vedono parti contrapposte amministrazioni pubbliche, in un contesto che evidenzia la violazione del principio di leale collaborazione tra istituzioni”, segnalando “una forte conflittualita’ tra istituzioni a vari livelli che non determina le condizioni per consentire un adeguato sviluppo economico e sociale della regione, conflittualita’ cui non e’ estraneo nemmeno il mondo della giurisdizione”. Da qui il richiamo del presidente del Tar Calabria ai “principi della Costituzione cui si devono ispirare le norme in tema di leale collaborazione tra chi esercita funzioni pubbliche spesso essenziali – ha aggiunto Salamone – per garantire condizioni di vita adeguate a un paese civile”.

Per il presidente del Tar Calabria, quindi, si vive “un contesto che determina sfiducia nelle istituzioni e soprattutto disorientamento, condizioni che vanno evitate in una realta’ sociale quale quella della Calabria caratterizzata da una fortissima presenza di organizzazioni criminali che – ha rilevato Salamone – condizionano la vita sia delle istituzioni che di ampi settori dell’economia e della societa’”. Sotto quest’ultimo aspetto, a parere del magistrato del Tar “si e’ spesso enfatizzato l’impatto che le informative antimafia hanno sul tessuto economico e sociale della regione, senza tenere conto di due circostanze: il numero delle interdittive rispetto ai procedimenti avviati per la verifica del condizionamento delle attivita’ imprenditoriali e’ una percentuale marginale, al di sotto dell’1%, e in secondo luogo – ha osservato Salamone – si tratta di uno strumento efficace di contrasto di un fenomeno che ha determinato una forte marginalizzazione economica, tanto da farne la regione piu’ povera d’Italia”, fermo restando – ha tuttavia precisato il presidente del Tar – l’esigenza di “assicurare una tutela giurisdizionale piena ed effettiva contro ogni eventuale eccesso di potere da parte del Prefetto nell’esercizio di un ampio, ma non indeterminato, potere discrezionale”. Sul piano numerico, nella sua relazione Salamone ha reso noto che in materia di interdittiva antimafia nel 2018 sono sopravvenuti 62 ricorsi legati ad appalti, concessioni demaniali revocate a seguito dell’interdittiva o allo svolgimento di attivita’ economiche, sospese dall’emanazione del provvedimento prefettizio, mentre le sentenze sono state 26. Infine, sotto la lente del Tar Calabria, in linea peraltro con precedenti anni giudiziari, e’ stato il settore della sanita’, che nel 2018 ha prodotto un consistente contenzioso, soprattutto tra struttura commissariale e privati (cliniche per acuti e post acuti, strutture ambulatoriali e di laboratorio, strutture socio sanitarie): sul punto il presidente Salamone ha evidenziato che “la struttura commissariale, motivando opportunamente, ha il potere-dovere di usare le risorse a disposizione nell’unico interesse dei cittadini”. Ma il presidente del Tar si e’ soffermato anche sul perdurante conflitto tra Regione e commissario alla sanita’ calabrese, definendo “auspicabile una collaborazione sinergica” con la struttura commissariale “da poco nominata”. Dopo la relazione del presidente del Tar si sono registrate le relazioni dei rappresentanti del Csm, del mondo dell’avvocatura, di altri esponenti delle istituzioni mentre una novita’ della cerimonia di quest’anno e’ stata costituita dagli interventi di tre studenti del liceo classico di Catanzaro nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro che ha coinvolto il Tribunale amministrativo regionale.