Ndrangheta: boss Grande Aracri​ portò i sanleonardesi nel gotha

Catanzaro – Fu Nicolino Grande Aracri, capo dell’omonima cosca, indicato in diverse inchieste come uno dei boss più influenti tra le famiglie della ‘ndrangheta, a sancire l’autorità mafiosa sul territorio crotonese delle famiglie Mannolo e Trapasso di San Leonardo di Cutro e a inserire i due capi famiglia, Alfonso Mannolo e Giovanni Trapasso, nel gotha della mafia calabrese. Il particolare emerge dall’operazione “Malapianta”, che ha disarticolato i due clan, ed in particolare da un’intercettazione ambientale di alcuni anni fa. La “locale sanleonardese” è, senza dubbio alcuno, dicono gli inquirenti, una organizzazione delinquenziale ben identificata nei contesti criminali crotonesi.
“Il gruppo criminale inquisito – si sottolinea – risulta estremamente coeso, strutturalmente complesso ed altamente organizzato. Il metodo mafioso che l’indagine ha cristallizzato è pedissequamente quello tipizzato dall’art. 416 bis del codice penale”. Forza di intimidazione del vincolo associativo, condizione di assoggettamento e condizione di omertà sono tutti elementi documentati negli atti dell’operazione. Le vicende di diversi imprenditori, vittime delle cosche di San Leonardo, dimostrerebbero il potere della famiglia Mannolo ed il soffocamento di ogni forma di impresa e, quindi, di sviluppo provocato dall’attività delle cosche. Al riguardo gli inquirenti parlano di un monitoraggio eseguito in forma “militare” sul territorio.