‘Ndrangheta: Cgil, “Supportare imprese turistiche sane”

Catanzaro  – “La Filcams e la Cgil Calabria sono impegnate ad ogni livello per favorire la Legalità ed il rispetto dei diritti dei lavoratori. Chiedono, come già più volte sollecitato, alla Regione Calabria l’attivazione di tavolo di confronto permanente in grado di supportare le imprese sane dei settori commerciale, turistico e della distribuzione, anche attraverso premialità rispetto alla regolarità nelle assunzioni e nella piena applicazione dei CCNL, oltre che l’osservanza delle norme sulla sicurezza del lavoro e alla sottoscrizione dei protocolli di legalità con la creazione di una white list regionale di settore”. Lo dichiarano, in un comunicato, Luigi Veraldi, segretario regionale della Cgil, e Giuseppe Valentino, segretario della Filcams Cgil calabrese, in merito all’operazione “Malapianta” che ha evidenziato le imposizioni della ‘ndrangheta ai titolari dei villaggi turistici del Crotonese e del Catanzarese.
“La ‘ndrangheta toglie il lavoro” ha dichiarato – scrive la Cgil – il comandante provinciale della Guardia di Finanza di Crotone, nel dettagliare l’operazione “Malapianta” che ha portato all’arresto di esponenti dell’organizzazione criminale che tenevano sotto scacco imprese ed attività commerciali del settore turistico e della distribuzione commerciale. Una frase che sintetizza perfettamente gli effetti della presenza criminale nelle nostre vite. Nel ringraziare la magistratura e le forze dell’ordine per il lavoro prezioso che stanno svolgendo per liberare la Calabria da questo terribile cancro, esprimiamo la solidarietà e la vicinanza della Cgil tutta al procuratore Gratteri. La Filcams Cgil Calabria – continua la nota – ha posto recentemente il tema dei villaggi turistici della fascia jonica, questione che, dopo la recente inchiesta appare ancora più urgente affrontare da parte di Istituzioni e classe imprenditoriale. Quando, come in questo caso, le aziende ed i villaggi turistici sono sotto la morsa della criminalità a pagarne il prezzo sono innanzitutto i lavoratori, che perdono il diritto al lavoro e quando ce l’hanno perdono i diritti nel lavoro. Le imprese – si legge infine – non scelgono i lavoratori più capaci e meritevoli, scelgono in base ad un’imposizione esterna aldilà di ogni regola di mercato”.