Caldo: medici famiglia, raddoppiate chiamate a domicilio

Roma  – Con l’ondata di calore che sta avvolgendo l’Italia (e non solo) è boom di chiamate agli studi dei medici di famiglia, soprattutto da parte di anziani che chiedono assistenza domiciliare. “In questi giorni registriamo un raddoppio delle chiamate – spiega all’Agi Silvestro Scotti, segretario nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) – specie di anziani e di malati cronici, a cui di norma chiediamo di riferirci i sintomi e consigliamo di restare a casa per evitare di uscire nelle ore più calde. Nei casi in cui riteniamo serva una visita andiamo noi a domicilio. Telefonano soprattutto per spossatezza, problemi respiratori, pressione bassa. A volte, specie in quest’ultimo caso, per il gran caldo interrompono le terapie, ed è questo a causare sbalzi di pressione”. Compito del medico, spiega Scotti, è allora anzitutto “rassicurare, raccomandare di seguire correttamente le eventuali terapie, bere molto, e poi ci aggiorniamo per seguire la situazione e ‘scremare’ semplici malesseri da problemi più seri, per i quali tendenzialmente visitiamo a domicilio”. Il boom di richieste rischia di saturare il lavoro dei medici di famiglia, ma la questione, spiega Scotti, si può risolvere con una corretta organizzazione: “Noi abbiamo un database dei pazienti fragili – ricorda – con il quale programmiamo accessi periodici a domicilio. In questa fase il consiglio ai colleghi è quello di rimodulare questo calendario in base anche alle previsioni meteo, così da far coincidere le visite programmate con i picchi di calore, per controllare direttamente la situazione”. Un intervento cruciale, quello dei medici di famiglia, perchè “in situazioni emergenziali come questa il rischio è sempre quello dell’inappropriatezza, dei Pronto Soccorso intasati, mentre noi siamo in prima linea e possiamo gestire le chiamate per mettere in luce i casi più seri, che richiedono un nostro intervento e eventualmente un ricovero. Si tratta insomma di assumere il problema e seguire le singole situazioni, dando anche ai pazienti la sensazione di non essere lasciati soli, che già di per se’ è molto importante”. E’ ancora presto, comunque, per fare previsioni su quanto “costerà” questa ondata di caldo africano in termini di mortalità: “Il rischio di un aumento è reale – dice il segretario Fimmg – come abbiamo visto in altre stagioni record, come l’estate 2003, ma non possiamo prevederlo ora, stiamo raccogliendo i dati e poi si farà un quadro complessivo”.