‘Ndrangheta: beni per oltre 6,5 mln sequestrati a imprenditore

Reggio Calabria  – Un provvedimento di sequestro beni per un valore di oltre 6 milioni e mezzo di euro, è stato emesso dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti degli eredi dell’imprenditore Teodoro Mazzaferro, 82 anni, deceduto nel 2018 mentre era imputato per il delitto di associazione mafiosa, con funzioni direttive, essendo considerato esponente di spicco della cosca di ‘ndrangheta Piromalli di Gioia Tauro. Il sequestro è stato eseguito, nell’ambito dell’operazione “Provvidenza bis”, dal Ros, con il concorso del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria.
Fra i beni sequestrati, tutti in provincia di Reggio Calabria, 3 società attive nel settore immobiliare ed operanti sui comuni di gioia tauro e palmi, con un volume d’affari annuo di 500 mila euro; un’impresa agricola attiva nel comune di Gioia Tauro, con un volume d’affari annuo di 60 mila euro; 155 immobili siti nei comuni di Gioia Tauro e Palmi del valore stimato di 6 milioni; diversi rapporti finanziari, assicurativi e titoli al portatore.
Gli accertamenti del Ros sono stati avviati, su delega della Sezione Misure di Prevenzione della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, a seguito dell’operazione “Provvidenza” del Ros, avvenuta tra il gennaio ed il febbraio 2017, che ha portato alla disarticolazione della cosca Piromalli ed all’arresto dei suoi presunti esponenti apicali, tra cui Mazzaferro, direttamente collegato ai fratelli Gioacchino, Antonio e Giuseppe Piromalli 86, 81 e 75 anni. E’ stato cosi possibile ricostruire il percorso di crescita imprenditoriale di Mazzaferro, divenuto, secondo gli inquirenti, sin dagli anni 60 un esponente di rilievo della consorteria ‘ndranghetista operante sulla piana di Gioia Tauro.

Forte dei guadagni illeciti acquisiti a seguito della partecipazione nel 1975 all’appalto relativo alla costruzione del porto di Gioia Tauro, Mazzaferro aveva avviato una serie di investimenti immobiliari nei territori di Gioia Tauro e Palmi, con il concorso finanziario dei fratelli Piromalli. Grazie ai capitali illeciti dei Piromalli e ad una serie di rapporti intessuti con amministratori locali, Mazzaferro – scrivono gli inquirenti – era riuscito a realizzare anche una lunga serie di lottizzazioni immobiliari che nel tempo gli avevano consentito di registrare guadagni milionari, immediatamente reinvestiti, che lo avevano fatto diventare il più importante imprenditore immobiliare della piana di Gioia Tauro.
L’ultimo investimento di Mazzaferro è stata la partecipazione al piano di espansione urbanistica della città di Gioia Tauro nella zona del locale ospedale civile, tramite la lottizzazione “Teorema”, i cui terreni, ancora agricoli, erano stati acquisiti prima della definizione dell’iter amministrativo di conversione in edificabili, garantendosi con le successive vendite dei forti guadagni speculativi. L’indagine patrimoniale avrebbe confermato l’assoluta predominanza della cosca Piromalli che aveva il controllo dell’intero settore immobiliare di Gioia Tauro, tramite le società immobiliari di Mazzaferro.