Cultura: Gioacchino Rossigni, protagonista ultimo spettacolo stagione Corazzo

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Lamezia Terme – “Se il mio nome saper voi bramate, dal mio labbro il mio nome ascoltate”. E’ iniziato così il concerto di ieri sera a Corazzo, tratto dal Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini. La musica di Antonio Aprile e la voce calda di Salvatore Fresta hanno accompagnato nel mondo della “musica colta” i vari presenti al concerto. Quello di ieri sera è stato l’ultimo spettacolo della stagione che si è rivelata di altissimo livello: “ne è stata conferma, – commenta Raffale Arcuri – ancora una volta, lo spettacolo di ieri sera. Io non trovo altra metafora – aggiunge – che quella del viaggio per descriverla: musica, parole, poesia, teatro, legati da un unico filo: l’amore per questo luogo magico. Possiamo ritenerci soddisfatti perché le numerose presenze registrate ci hanno confermato che questa è la strada da seguire, la formula giusta da replicare in futuro”. Arcuri “lo affermo senza timore di essere smentito: la visibilità che la nostra Abbazia ha avuto nell’ultimo anno non ha riscontro in tempi precedenti, mai prima d’ora era stata così frequentata. Non mi stancherò mai di scriverlo, il successo è da ascrivere pienamente a ‪#‎Vision‬ Art, il progetto di promozione turistico culturale nato dalla collaborazione tra Latitudine Sud, Progetto Gedeone, ‪#‎LibriAMOci‬ (la biblioteca itinerante) e con il Patrocinio del Comune di Carlopoli. Semplicemente un gruppo di sognatori che vuole dare forma concreta alle speranze del nostro territorio”. Per Arcuri, poi, “l’incontro con queste persone è stato per me l’inizio di un’attesa, come “l’imprevisto” di Montale, “sola speranza” nel viaggio della vita. Ecco allora – commenta ancora – che i sogni stampati su quel cartello di legno davanti all’Abbazia o sulle magliette ritornano, quelli che non si devono calpestare. Sono ancora semplici sogni, ma cosa sarebbe la vita senza le utopie, le illusioni, le speranze coltivate quotidianamente, gli atti di fede irrazionali? Affidarsi – conclude nel commentare l’evento – a queste cose è un rischio ma forse è l’unica direzione da seguire, la sola scelta possibile se vogliamo che questi luoghi abbiano un futuro”.

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