Lamezia: svelati i tesoretti della Biblioteca Comunale

lucio-leone-002Lamezia Terme – La Biblioteca Comunale di Lamezia Terme custodisce dei tesoretti inestimabili di libri comprensivi di notizie non riportate dalla storia ufficiale e quindi di grande interesse sia per gli appassionati di lettura che per gli studiosi e gli studenti impegnati nella stesura di tesi di laurea. A scoprire lo scrigno storico e a svelarlo ad un vasto pubblico nell’ambito del Maggio dei Libri 2016, svoltosi nella stessa biblioteca, è stato lo studioso di storia locale Lucio Leone. Fondata nel 1866 e aperta regolarmente al pubblico solo nel 1898 in occasione della festa dello Statuto, la Biblioteca Comunale di Lamezia vanta una lunga storia che coincide con quella di Nicastro. « In alcune buste polverose si conservava un piccolo patrimonio di qualche centinaio di piccoli volumi, non ben compresi e, pertanto, non valorizzati» ha spiegato lo storico Lucio Leone aggiungendo che tra quei volumetti si trova ciò che rimane oggi della piccola Biblioteca del Comizio Agrario di Nicastro, creata nel 1875 in virtù di quanto era stato raccolto negli anni di attività del Comizio. I Comizi Agrari erano delle associazioni di proprietari agricoli, costituitesi grazie al Regio Decreto del dicembre del 1866 e volte a incanalare il nostro Paese, dopo l’unificazione d’Italia, in direzione di un’agricoltura più moderna e al passo con i Paesi europei più progrediti. Il Comizio Agrario di Nicastro, capoluogo del distretto lametino, riuniva parecchi proprietari residenti in questo territorio ed era presieduto da Luigi Barini, molto stimato, nella seconda metà dell’800, per il suo passato di patriota nelle campagne antiborboniche del 1848 e del 1860 e anche come docente e poi preside del Ginnasio di Nicastro per diversi anni, dopo la scomparsa del professore Pietro Ardito. Il Comizio Agrario di Nicastro aveva anche un suo periodico, fondato nel 1873 e diretto, fino al 1875, dal professore Vincenzo Colavita, trasferitosi a Nicastro all’indomani dell’Unità d’Italia. E, proprio tra le pagine di questo periodico, di cui si conservano alcuni numeri superstiti in una biblioteca fuori della Calabria, si trova l’elenco dei volumi che costituivano nel 1875 una piccola “ Biblioteca Circolante Circondariale” la quale permetteva agli svariati comizi d’Italia di inviare in omaggio molte riviste al Comizio di Nicastro che, a sua volta, inviava loro il proprio intitolato “Il Comizio Agrario” per informarli sulle nostre iniziative legate all’agricoltura e all’allevamento, sulle vicende locali e su altro. La città di Nicastro non era affatto isolata ma collegata con il resto della penisola sia nel campo culturale che commerciale. Le riviste della Biblioteca Circolante del Comizio Agrazio, custodite nella Biblioteca comunale di Lamezia, sono in tutto 96. Su 18 di esse si trova stampigliato anche il bollo con la scritta “ Comizio Agrario di Nicastro”. Tra i volumi del tesoretto lo storico Lucio Leone ne ha illustrati altri relativi alla prima guerra mondiale tra cui “ Come gli Austro-ungheresi hanno fatto la guerra in Serbia” (Parigi 1915), di R. A Reiss ( professore Università di Losanna , il quale denuncia i crimini di guerra compiuti dai militari austro-ungarici sulla popolazione serba nel 1914: devastazioni, fucilazioni, uccisioni, ferimenti, mutilazioni, saccheggi, maltrattamenti, tutto questo anche su bambini, donne e vecchi; nel caso di gruppi numerosi di vittime, uso di fosse comuni per nascondere i cadaveri; “Le atrocità tedesche in Francia. Relazione ufficiale” (Milano, 1915) in cui si denunciano i crimini di guerra compiuti dai militari tedeschi sulla popolazione francese e belga nel 1915: incendio sistematico di abitazioni civili e di interi villaggi e paesi, fucilazioni, uccisioni, ferimenti, mutilazioni, saccheggi, maltrattamenti, tutto questo anche su bambini, donne e vecchi; “Le condizioni degli Italiani soggetti all’Austria nella Venezia Giulia e nella Dalmazia” ( Roma 1918) di Attilio Tamaro, il quale denuncia le oppressioni da parte delle autorità austriache ai danni della popolazione italiana nei territori indicati; “Why Italy Entered Into the Great War – Perché l’Italia è entrata nella Grande Guerra” ( Chicago 1917) di Luigi Carnevale. (Il volume esce in un momento molto delicato per via dell’ingresso degli Usa nel conflitto). L’autore, in seguito alle insinuazioni (tra cui quella di un infame tradimento nei riguardi della Triplice) apparse su alcuni giornali americani, si convince che è necessario esporre le cause storiche del tanto discusso intervento italiano.

Lina Latelli Nucifero