Imprese: 22% sono ‘rosa’, al Sud risposta a disoccupazione

imprenditoria femminile

Milano – Sono oltre 1,3 milioni le imprese femminili in Italia, pari al 21,6% del totale delle societa’ iscritte nel registro delle camere di commercio; alla fine del primo semestre 2015 erano lo 0,45% in piu’ rispetto al 2014, con un’inversione di tendenza dopo la ‘scomparsa’ di oltre 100 mila imprese negli ultimi due anni. Sono i dati presentati in occasione del convegno ‘Imprenditoria femminile – esperienze a confronto’ organizzato e promosso dalla Banca popolare di Milano. La diffusione delle imprese ‘rosa’, secondo lo studio, e’ maggiore nelle regioni a piu’ elevata disoccupazione femminile e rappresenta spesso la risposta delle donne ai problemi del lavoro. “Dare piu’ lavoro alle donne e’ l’arma piu’ potente per lo sviluppo economico”, ha detto Emma Marcegaglia, presidente di Eni e Business Europe e vicepresidente e amministratore delegato di Marcegaglia spa. “Diverse ricerche – ha sottolineato, intervenendo al convegno – dicono che, quando si valutano il merito e la bravura, le donne spesso vanno meglio degli uomini e che c’e’ piu’ spazio per l’imprenditoria femminile dove ce n’e’ meno per la burocrazia. Inizialmente io ero assolutamente contraria alle quote rosa, le trovavo quasi offensive; poi mi sono resa conto che possono aiutare, se adottate per un periodo transitorio, e che hanno funzionato”. Secondo lo studio, le regioni a piu’ alto tasso di impresa femminile (una su quattro) sono Molise, Basilicata e Abruzzo; in coda la Lombardia, che e’ la prima a livello nazionale sia per numero di imprese (952.411) sia per numero di imprese femminili (173.935), ma con un tasso di femminilizzazione delle imprese inferiore alla media (18,6%). Il settore in cui si concentra il maggior numero di imprese femminili e’ il terziario (65%); quanto alla natura giuridica, in larga parte le donne costituiscono ditte individuali (65%). Vivace anche la presenza ‘rosa’ nelle nuove attivita’: a fine 2014 in Italia si contavano 398 start-up innovative a guida femminile, in crescita del 50,6% rispetto all’anno precedente. Secondo Emma Marcegaglia in Italia “c’e’ ancora da lavorare” ma il Paese ha un numero alto di imprese femminili e questo rappresenta “una base interessante che va rafforzata ulteriormente per dare altre opportunita’ alle donne”, ha spiegato.