Agricoltura: Coldiretti, a Cosenza 8.000 firme per Made in Italy

Pietro Molinaro

Pietro Molinaro

Cosenza – Sono oltre ottomila le firme di condivisione al “Manifesto sull’Etichettatura” elaborato da Coldiretti per la tutela e difesa del Made in Italy nel settore agroalimentare raccolte oggi a Cosenza dall’associazione agricola. Il primo a firmare e’ stato il governatore della Calabria Mario Oliverio e poi a seguire il Presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e tanti altri rappresentanti istituzionali ad ogni livello, di agricoltori, cittadini-consumatori, rappresentanti di associazioni culturali, dei consumatori e scientifiche che hanno affollato la “Fattoria Campagna Amica” allestita dalla Coldiretti in Piazza dei Bruzi. La conferma della valenza della mobilitazione che chiede l’indicazione di origine del prodotto agricolo in etichetta da subito nel latte a lunga conservazione e nei prodotti della filiera lattiero casearia, viene – secondo la COldiretti – dall’adesione di importanti e primarie imprese del comparto.
“Questa e’ la prova provata – ha commentato Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – che l’etichettatura e’ il valore aggiunto per assicurare reddito agli agricoltori, garantire l’occupazione ed evitare la chiusura delle imprese agricole. Pur consapevoli delle difficolta’ dell’agricoltura di fare reddito – aggiunge – Coldiretti ha un concreto sguardo di prospettiva e parte dai punti di forza del settore. La nostra agricoltura, e’ la piu’ green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp),(in Calabria 15) il divieto all’utilizzo degli ogm e il maggior numero di aziende biologiche (la Calabria e’ la seconda regione”, ma e’ anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5). Non c’e’ piu’ tempo da perdere e occorre rendere anche finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”. Molinaro sottolinea che “bisogna liberare le imprese italiane dalla concorrenza sleale delle produzioni straniere realizzate in condizioni di dumping sociale, ambientale con rischi concreti per la sicurezza alimentare dei cittadini”.