Fisco: Unimpresa, Catanzaro tra le citta’ con le tasse al top

fisco25-04
Roma – Fisco record nei grandi comuni dove tra due settimane si cambia il sindaco. Roma, Torino, Napoli sono tra le citta’ “piu’ tassate” d’Italia: sono tre dei sette capoluoghi di regione con le aliquote fiscali piu’ alte relative a Irap, Irpef, Imu e Tasi nel 2015. Le altre quattro citta’ sono: Genova, Bologna, Ancona e Campobasso. E’ quanto risulta dalla “Mappa del fisco locale in Italia” realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo cui queste sette citta’ hanno, in tre casi su quattro, i livelli piu’ alti di imposte sulle imprese e sulle famiglie, sui capannoni industriali e sulle case. Seguono nella classifica dei tributi territoriali Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Potenza, Trieste e Catanzaro. Piu’ leggera la mano del fisco a Milano, Cagliari, L’Aquila, Aosta, Trento e Bolzano. Tributi light a Venezia, unica citta’ che non risulta mai tra quelle con aliquote elevate.
L’analisi dell’associazione – basata su dati relativi al 2015 dell’Agenzia delle Entrate, della Corte dei conti e del Dipartimento Finanze – prende in considerazione le aliquote Iperf (definite dalle regioni), il totale delle addizionali Irpef (regioni e comuni), l’Imu e la Tasi. La classifica e’ stata realizzata sulla base di “punti” attribuiti alle citta’ e alle relative regioni che applicano aliquote particolarmente elevate nei quattro principali tributi pagati anche su base territoriale.
Per quanto riguarda l’Irap, l’aliquota piu’ alta, pari al 4,97%, si trova a Napoli e Campobasso, mentre a Roma, Palermo, Bari, Catanzaro e l’Aquila il prelievo dell’imposta regionale sulle attivita’ produttive si attesta al 4,82%. Per quanto riguarda l’Irpef, la somma delle addizionali comunali e regionali porta il prelievo piu’ alto a Roma: nella Capitale d’Italia l’aliquota totale e’ del 4,23%, considerando il 3,33% della regione Lazio e lo 0,90% del Comune; seguono, poi, Torino col 4,13% (3,33% del Piemonte e 0,80% del Comune), Campobasso col 3,43% (2,63% del Molise e 0,80% del Comune) e col 3,13% Genova (2,33% della Liguria e 0,80% del Comune), Bologna (2,33% dell’Emilia Romagna e 0,80% del Comune) e Potenza (2,33% della Basilicata e 0,80% del Comune). Per quanto riguarda l’Imu, l’aliquota massima (1,06%) e’ applicata in 16 grandi citta’ su 21 esaminate nel rapporto: Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Potenza, Campobasso, Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Trieste, Ancona, Catanzaro, Milano e Aosta. Si “salvano” solo Cagliari (0,96%), L’Aquila (0,81%), Trento (0,895%), Bolzano (1,00%) e Venezia (0,81%). Per quanto riguarda la Tasi, l’aliquota piu’ alta e’ a Bolzano (0,40%) mentre a Trento si paga lo 0,35%. Le altre citta’ “piu’ tassate” sul versane del mattone, con un’aliquota pari allo 0,33%, sono: Torino, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Trieste, Ancona, Cagliari, Trento e Bolzano. “Ci sono troppe differenze a livello territoriale per quanto riguarda il prelievo fiscale e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa cosi’ come gli investimenti delle imprese -dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi – Serve un ragionamento complessivo, che il governo dovra’ fare quando, auspichiamo al piu’ presto, vorra’ lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica”.