Pil: Aloisio (Confesercenti), Calabria fanalino di coda

Reggio Calabria  – “Uno studio sulla spesa media familiare nelle regioni italiane, prodotto dell’Ufficio Economico Confesercenti, certifica ancora una volta quella che sta diventando una triste quanto intollerabile abitudine: vedere la nostra regione e la nostra provincia nel gradino piu’ basso in ambito nazionale”. E’ quanto fa rilevate il Presidente della Confesercentidi Reggio Calabria, Claudio Aloisio. “I dati Istat – osserv a- raccontano di un’Italia con un’economia che, tra Nord e Sud, continua a viaggiare a due velocita’ con il nostro martoriato territorio che si piazza ultimo tra gli ultimi. Nel 2016 infatti le famiglie calabresi con 20.412 euro risultano essere le piu’ povere d’Italia venendo ampiamente distaccate da quelle lombarde e trentine che, ad esempio, con oltre 36.000 euro, hanno quasi il doppio della disponibilita’ di spesa. Se poi valutiamo la differenza tra il periodo pre-crisi e il 2016, salta subito all’occhio – prosegue – il vero e proprio crollo economico che le famiglie calabresi hanno subito, passando da 26.040 euro di spesa media del 2007 agli attuali 20.412 con una perdita secca, la piu’ alta a livello nazionale, di 5.628 euro pari al 21,6%”.

A parere di Aloisio “questo ennesimo dato negativo completa un quadro che descrive una situazione devastante: economia al collasso, infrastrutture e sevizi insufficienti e inefficienti, mancanza di un serio e concreto progetto di sviluppo e di una vision chiara e definita per il futuro dei nostri territori. Mentre c’e’ un’Italia che oggi cresce o quantomeno limita i danni prodotti da una crisi sistemica e profonda, la Calabria con la Citta’ Metropolitana di Reggio, divenuta suo fanalino di coda, sprofonda nel baratro. I numeri, freddi e cinici, attestano il fallimento totale delle “strategie” politiche nazionali messe in campo negli ultimi anni nei confronti del Mezzogiorno che non solo non hanno creato sviluppo ma hanno addirittura fatto si’ che il divario tra il nord e il sud dell’Italia si accentuasse ulteriormente in maniera pressoche’ incolmabile. Purtroppo -dichiara – non va meglio in ambito regionale e metropolitano dove la nostra classe dirigente sembra chiusa in una sorta di torre d’avorio e continua a dimostrarsi inadeguata al compito, sicuramente difficile ma non impossibile, di attivare progettualita’ e strategie efficaci, di medio e lungo periodo, capaci di invertire questo trend. E’ da mesi che, analizzando i molteplici dati sul pessimo stato di salute della nostra citta’ e della nostra provincia, continuiamo a insistere sulla necessita’ di avviare un serio patto tra le parti sociali per iniziare a programmare il futuro. E’ da mesi che ribadiamo l’importanza di fare rete, fare massa critica per reclamare una maggior attenzione verso il nostro territorio che non si puo’ concretizzare esclusivamente con una pur giusta e sacrosanta opera di repressione verso la criminalita’ organizzata senza che questa sia accompagnata da azioni di sostegno e supporto rivolte alle forze sane e operose che rappresentano la grandissima parte della fragile economia reggina. E’ indispensabile comprendere – conclude – che non c’e’ piu’ tempo: o si agisce subito, adesso, in maniera veloce, concreta ed efficace, decidendo innanzitutto la “mission territoriale” e i conseguenti obiettivi da raggiungere, oppure il sistema rischia di implodere su se stesso lasciando sul terreno inimmaginabili macerie economiche e sociali che difficilmente potranno essere ricostruite, certificando cosi’ una cocente sconfitta per lo Stato e per tutta la gente onesta”.