Casa di riposo Nocera Terinese, inizia processo

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Lamezia Terme – Oggi, dopo ben sette anni dalle indagini si è celebrata la prima udienza del processo che vede alla sbarra personaggi indiziati di appartenere ad un’associazione di ‘ndrangheta e pubblici amministratori presumibilmente. Ma il collegio è stato costretto a rinviare l’udienza poiché sono stati riscontrati difetti nelle notifiche di atti giudiziari. Un processo che stenta, quindi, a decollare.
Era il marzo del 2008 quando gli uomini del Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, all’epoca dei fatti al Comando del Colonnello Elia Pallaria, apposero i sigilli al fabbricato in corso di costruzione, sito nel comune di Nocera Terinese, destinato a casa di cura per anziani.
Il decreto di sequestro fu emesso in via d’urgenza dal pubblico ministero titolare delle indagini, Gerardo Dominjianni. In forza di tale provvedimento fu sequestrato il fabbricato in costruzione perchè gli uomini del Nucleo Mobile della Guardia di Finanza, al comando del Brigadiere Vito Margiotta, attraverso specifiche indagini, riscontrarono l’infiltrazione mafiosa nell’appalto per la realizzazione della residenza per anziani, nonché che i lavori venivano effettuati in maniera difforme rispetto ai progetti esecutivi dell’opera, tanto da mettere a repentaglio la sicurezza e la staticità del fabbricato stesso. In sostanza, secondo l’accusa, il sistema utilizzato dall’impresa in odore di mafia per lucrare in maniera indebita sull’appalto, era quello di effettuare opere diverse e di minor costo ovvero utilizzare materiali scadenti rispetto a quanto previsto nel progetto esecutivo. Il tutto col benestare del direttore dei lavori che invece avrebbe dovuto garantire gli interessi della P.A..
Il processo scaturisce da uno stralcio dell’operazione “progresso”. Fu in quel contesto investigativo, infatti, che i finanzieri accertarono gli illeciti che oggi sono portati al vaglio del Tribunale lametino da parte del sost. Proc. Elio Romano, il quale ha già chiesto la condanna a quattro anni di reclusione per l’ex sindaco di Nocera Luigi Ferlaino e per il segretario comunale Felicia Amatruda, i quali hanno optato per il rito abbreviato, per cui saranno giudicati nel prossimo dicembre dal Tribunale di Catanzaro.
Hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario per i seguenti reati, tutti aggravati dall’art. 7 della L. 203/91, ossia per essere stati commessi per agevolare una cosca mafiosa: Eugenio Caira ed Gerardo Luciano Esposito, i quali dovranno rispondere in concorso tra loro, rispettivamente nella loro qualità direttore dei lavori e dipendente dell’ufficio tecnico comunale, del reato di corruzione, poiché si accordavano con Antonio De Vito per modificare il computo metrico, mediante l’aumento del prezzo di nuovi lavori, in modo tale da consentire allo stesso De Vito di lucrare maggiori e non dovute somme di denaro, a danno dell’Amministrazione comunale di Nocera Terinese, compiendo atti contrari al loro dovere d’ufficio. Il geometra Esposito è indagato anche per occultamento di atti pubblici, ed in particolare dell’atto con il quale veniva indicato DE VITO Antonio Procuratore speciale della Ade Costruzioni srl e per i lavori di costruzione della residenza per anziani.
Giuseppe Manfredi, all’epoca dei fatti presidente del consiglio comunale di Nocera, dovrà rispondere del reato di concussione in quanto abusando della sua qualità, al fine di ottenere un futuro vantaggio elettorale, induceva Antonio De Vito a promettere di rallentare l’esecuzione dei lavori relativi alla costruzione della casa di riposo per anziani.
Antonio De Vito, Luciano Esposito (in concorso con Luigi Ferlaino), dovranno altresì rispondere del reato di turbativa d’asta;
Eugenio Caira, direttore dei lavori, è indagato anche per frode nelle pubbliche forniture e truffa a danno della pubblica amministrazione, in quanto avrebbe omesso dolosamente di verificare la qualità e quantità di materiale fornito dalla Ade Costruzioni rispetto a quanto previsto dal capitolato d’appalto, non impedendo, in tal modo, un evento che aveva l’obbligo giuridico di impedire, agevolando l Antonio De Vito nella frode alla pubbliche forniture.
Sempre iEugenio Caira dovrà rispondere anche del reato di crollo di costruzioni ed altri disastri dolosi (Art. 434 c.p.), per aver omesso di verificare la regolare e conforme esecuzione delle opere per come prevedeva il progetto esecutivo, commettendo in tal modo fatti diretti a cagionare il crollo dell’immobile oggetto d’appalto.
Degli stessi reati ascritti al Caira dovranno risponderne anche il De Vito e Maria Ilaria Pallaria; il primo nella sua qualità di amministratore di fatto della Ade Costruzioni, nonché Procuratore speciale per la stessa società; la seconda, invece, nella sua qualità di legale rappresentante della società.
All’epoca dei fatti, il Nucleo Mobile della Guardia di Finanza, nel corso delle indagini accertò che le imprese di Antonio De Vito, che in realtà facevano capo a Pasquale Giampà detto “mille lire”, si erano aggiudicate diversi lavori pubblici e tra questi la realizzazione della predetta opera, per circa 1.000.000,00 di euro.
In particolare, ad aggiudicarsi tali lavori fu l’impresa Ade Costruzioni srl, che in esito alle indagini delle stesse fiamme gialle fu confiscata sia nell’ambito dell’operazione “progresso”, sia nell’ambito di un parallelo procedimento di misure di prevenzione.
Nel marzo dell’anno 2008, Nel contempo furono notificati gli avvisi di garanzia a coloro i quali erano stati individuati quali responsabili di una serie di reati tutti aggravati dall’art. 7 della legge 203/91, vale a dire per essere stati commessi al fine di agevolare l’attività della cosca di ‘ndrangheta dei GIAMPÀ; in particolare:
Luigi Ferlaino e Felicia Amatruda, rispettivamente sindaco pro tempore e segretario comunale del Comune di Nocera, sono indagati in concorso per il reato di omissione d’atti d’ufficio in concorso in quanto, nell’aprile del 2007, appresa la notizia dell’avvenuto arresto di Antonio De Vito per reati concernenti la criminalità organizzata, invece di dare comunicazione alla Prefettura del fatto che il De Vito era Procuratore speciale della Ade Costruzioni, impegnata nei lavori pubblici appaltati da quel comune, suggerivano alla formale rappresentante dell’azienda di procedere a redigere una nuova Procura.

Eugenio Caira e Gerardo Luciano Esposito dovranno rispondere in concorso tra loro, rispettivamente nella loro qualità direttore dei lavori e dipendente dell’ufficio tecnico comunale, del reato di corruzione, poiché si accordavano con Antonio De Vito per modificare il computo metrico, mediante l’aumento del prezzo di nuovi lavori, in modo tale da consentire allo stesso Antonio De Vito di lucrare maggiori e non dovute somme di denaro, a danno dell’Amministrazione comunale di Nocera Terinese, compiendo atti contrari al loro dovere d’ufficio.
Il geometra Esposito è indagato anche per occultamento di atti pubblici, ed in particolare dell’atto con il quale veniva indicato Antonio De Vito Procuratore speciale della Ade Costruzioni srl e per i lavori di costruzione della residenza per anziani.
Giuseppe Manfredi, presidente del consiglio comunale di Nocera, dovrà rispondere del reato di concussione in quanto abusando della sua qualità, al fine di ottenere un futuro vantaggio elettorale, induceva Antonio De Vito a promettere di rallentare l’esecuzione dei lavori relativi alla costruzione della casa di riposo per anziani.
Antonio De Vito, Luciano Esposito e Luigi Ferlaino, dovranno altresì rispondere del reato di turbativa d’asta;
Eugenio Caira, direttore dei lavori, è indagato anche per frode nelle pubbliche forniture e truffa a danno della pubblica amministrazione, in quanto avrebbe omesso dolosamente di verificare la qualità e quantità di materiale fornito dalla Ade Costruzioni rispetto a quanto previsto dal capitolato d’appalto, non impedendo, in tal modo, un evento che aveva l’obbligo giuridico di impedire, agevolando Antonio De Vito nella frode alla pubbliche forniture.
Sempre Eugenio Caira dovrà rispondere anche del reato di crollo di costruzioni ed altri disastri dolosi (Art. 434 c.p.), per aver omesso di verificare la regolare e conforme esecuzione delle opere per come prevedeva il progetto esecutivo, commettendo in tal modo fatti diretti a cagionare il crollo dell’immobile oggetto d’appalto.
Degli stessi reati ascritti al Caira dovranno risponderne anche Antonio De Vito e Maria Ilaria Pallaria; il primo nella sua qualità di amministratore di fatto della Ade Costruzioni, nonché Procuratore speciale per la stessa società; la seconda, invece, nella sua qualità di legale rappresentante della società.