Processo Chimera: Cesare Gualtieri chiede i domiciliari

udienza-chimera160216Lamezia Terme – Le condizioni di salute di Cesare Gualtieri, uno dei cinque imputati finiti nella inchiesta Chimera, e che anno scelto il rito ordinario, sono tornate di nuovo al centro dell’udienza del processo a suo carico che si sta svolgendo davanti al tribunale di Lamezia Terme, in composizione collegiale. Gualtieri, come nell’altra udienza, è tornato a fare spontanee dichiarazioni per sottolineare ancora una volta la incompatibilità con lo stato di detenzione in carcere per motivi di salute. Già nella scorsa udienza, il Gualtieri aveva esposto le sue condizioni di salute al presidente del collegio giudicante, Maria Teresa Carè, ed oggi è tornato a confermare la sua incompatibilità detentiva, invocando la detenzione domiciliare. Nei confronti del Gualtieri era stata
stata predisposta un’ulteriore perizia per accertare il suo reale stato di salute e la sua compatibilità alle misure detentive. Incarico che fu affidato al professor Ricci, al quale appunto fu affidato il compito di stilare un’ulteriore perizia tecnico-scientifica, al fine di stabilire se il Gualtieri può o meno restare in carcere. Perizia che doveva essere depositata entro venti giorni, ma che ancora non è stata depositata. Le patologie del Gualtieri restano al centro delle udienze del processo. Argomento ripreso dal suo legale di fiducia l’avvocato Lucio Canzoniere che ha richiamato all’attenzione del collegio il fatto che il suo assistito ha bisognoso di una assistenza sanitaria che non può ricevere nelle condizioni di detenuto in carcere. Da qui la richiesta dell’Avvocato Canzoniere di concedergli quantomeno gli arresti domicili o il trasferimento in un luogo di cura, come il Pugliese di Catanzaro, adatto alle cure delle patologie di cui soffre il suo assistito.
Richiesta che non è stata condivisa dal pubblico ministero, rappresentato dal sostituto Marta Agostini, che ha proposto per il Gualtieri una detenzione in un carcere diversa da quella in cui è detenuto e che disponga delle strutture idonee per far fronte alle sue patologie, oppure che l’imputato venga, ogni qualvolta deve essere sottoposto agli accertamenti e alle cure mediche del caso, venga scortato nella struttura medica. Da qui la scelta del Gualtieri di fare delle spontanee dichiarazioni sottolineando che il ricovero in un centro clinico non risolvere i suoi problemi di salute. Ancora una udienza interlocutoria quella celebrata questa mattina per quanto riguarda il processo a carico di cinque imputati finiti nell’inchiesta denominata “Chimera” contro la cosca lametina Torcasio-Cearra-Gualtieri. I cinque, Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Cesare Gualtieri, Giancarlo Puzzo e Massimo Crapella, hanno scelto, appunto, di essere processati con rito ordinario e, quindi, davanti ai giudici del tribunale lametino in composizione collegiale.