Mons. Cantafora ha celebrato la Giornata Mondiale del Malato

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“La cecità da cui dobbiamo guarire, come ci ricorda il tema di questa Giornata del Malato, non è la mancanza di vista fisica, ma l’ottusità, la chiusura che non ci fa vedere l’opera di Dio. Siamo ciechi quando non vediamo le necessità dei fratelli accanto a noi. Preghiamo il Signore che apra i nostri occhi e ci aiuti a vedere il suo amore dentro la vita e ci doni di essere generosi, audaci nel bene, come Maria a Cana”. Lo ha detto il Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Cantafora celebrando ieri sera in Cattedrale la Giornata Mondiale del Malato che quest’anno ha avuto come tema – scelto da Papa Francesco – le parole del libro di Giobbe “Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo”
Alla presenza dei volontari dell’Unitalsi di Lamezia Terme, che hanno accompagnato numerose persone ammalate alla celebrazione eucaristica durante la quale è stato somministrato il sacramento dell’unzione degli infermi, Mons. Cantafora ha meditato sul significato cristiano della sofferenza e sull’atteggiamento dei credenti di fronte al mistero del dolore in cui “pur consapevoli spesso di non poter cambiare le situazioni, possiamo cambiare  con la fede il nostro modo di viverle e di affrontarle decidendo se vivere nella benedizione o nella maledizione, nella protesta o nell’abbandono fiducioso.”

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Meditando sul racconto evangelico delle nozze di Cana, il Vescovo di Lamezia ha invitato a riconoscere nella trasformazione dell’acqua in vino “il miracolo che opera Gesù in ognuno di noi quando passiamo da situazioni di angoscia ad atteggiamenti di pace, quando dal rancore passiamo al perdono, quando ci sentiamo afflitti eppure fiduciosi, quando pur nel dolore e nella sofferenza sappiamo leggere l’opera di Dio, riconoscere il suo agire, la sua consolazione”.
Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria della Madonna di Lourdes nell’anniversario dell’apparizione a Bernardette, Mons. Cantafora ha invitato gli ammalati e i sofferenti a guardare a Maria come “la donna che sa guardare, osservare, che si accorge delle necessità. È invitata alla festa ma la sua partecipazione è attenta: sembra lei il maestro di tavola. Questo fa Maria anche nella nostra vita: ci accompagna, ci sostiene, vigila su di noi. Per questo è molto importante rivolgerci a lei come madre, perché lei ha cura di tutti i suoi figli.”
Nei giorni scorsi il Vescovo ha fatto visita agli ammalati dell’ospedale Giovanni Paolo II e ha ringraziato l’associazione “San Nicola” che ha donato nuove poltrone al reparto di oncologia. Parlando agli ammalati, ai medici e agli operatori del nosocomio lametino, Mons. Cantafora ha sottolineato che “il malato ha bisogno di umanità, solo l’amore può dare sollievo in momenti di estrema fragilità” e ha sollecitato “una operosa collaborazione tra il pubblico e il privato, specie in questo momento di crisi economica, in nome del bene comune”.

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