Calabresi nel mondo: Rifondazione, episodio “grave”

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Lamezia Terme- Il caso “Calabresi nel mondo” e’ diventato un vero e proprio avvicendamento di risposte e contro risposte. Dopo l’intervento di tre esponenti del Pd che hanno chiesto un incontro urgente con il primo cittadino e la celere risposta di Speranza che dice sì all’incontro ma gioca a scaricare la vicenda sula  regione, un po’ annaspando nella bufera di “calabresi nel mondo”. Oggi sull’argomento si registra anche la posizione del Partito della Rifondazione Comunista, “Circolo Aragada” di Lamezia Terme , che in una nota, ricorda al primo cittadino che “nel 2012, appena avuta notizia degli incarichi di due assessori della giunta Speranza nella fondazione Calabresi nel Mondo, pubblicamente pose al sindaco il problema attraverso una nota stampa”. Ricordando che “nella nota si chiamavano in causa anche i partiti della coalizione che all’epoca preferirono non esprimere un giudizio”. A distanza di tre anni Rifondazione torna sull’argomento ricordando che all’epoca “sollevò il problema non per questioni di legalità ma perché ci sembrava, allora come oggi, che fosse oltremodo discutibile che assessori di una giunta di centro sinistra ricevessero, ad personam, incarichi da parte di una fondazione, gestita dal massimo esponente del centro destra lametino e dai suoi collaboratori”. Rifondazione richiama alla mente che gli fur “risposto, come del resto si continua a rispondere oggi, che i suddetti assessori erano e sono professionisti liberi di lavorare con chicchessia e che questo niente avesse a che fare con il governo della città”. Rifondazione pensa che “allora, e ancora di più oggi, il sindaco avrebbe dovuto rispondere diversamente di come sin qui ha fatto. Non solo perché l’Onorevole Galati – spiega – è suo avversario politico ma soprattutto perché il sindaco giustamente esprime un giudizio negativo di questa come di altre fondazioni che utilizzano soldi pubblici in maniera del tutto discrezionale”, perché “nel 2012 non si era in periodo elettorale e i partiti del centro sinistra e i consiglieri della coalizione non prestarono molta attenzione alla questione”. Oggi, secondo Rifondazione “questa incandescente vicenda, preceduta da quella riguardante la gestione di Calabria Etica, appare più grave di quanto non fosse già stato evidenziato”. Vicenda che per Rifondazione Comunista dai “vari candidati a sindaco alle primarie del centro sinistra, ad esclusione del solo Nicolino Panedigrano, si guardano bene dall’esprimere una loro opinione sulla vicenda. Tutti parlano del futuro – evidenzia – ma nessuno ritiene importante esplicitare in merito il proprio pensiero come se in questa città, dove tutti sono amici di tutti, questi problemi non esistessero”. Questa vicenda, per il Circo Argada, “così come altre da noi denunciate in passato, è profondamente connessa a quel fenomeno largamente diffuso di trasformismo e di accettazione di esso, che abbiamo più volte denunciato in perfetta solitudine, in particolare all’indomani della nomina di Cicione ad assessore della giunta Speranza”. D’altra parte, secondo Rifondazione Comunista, “a Lamezia come in larga parte d’Italia ci si può presentare alle elezioni in uno schieramento e poi all’indomani del voto passare con disinvoltura nello schieramento opposto. Si può lavorare con una coalizione e nello stesso tempo collaborare in organismi guidati dall’avversario”. La nota di Rifondazione prosegue sostenendo che “nell’epoca del primato delle merci i soldi non hanno né colore, né sapore. Essere pagati dal comune, da una fondazione gestita dall’avversario, da associazioni non profit, va comunque bene purché si rispettino formalmente le leggi. Le due fondazioni in questione, Calabresi nel Mondo e Calabria Etica, sono un esempio emblematico di come non deve essere la gestione della cosa pubblica”. I servizi, si legge ancora nella nota, “alla persona come le azioni culturali a favore dei calabresi fuori e dentro la regione non possono esser affidate ad organismi quali quelli in questione. Va quindi, sicuramente, fatta una battaglia intransigente per abolirle tali fondazioni e per ricondurre cultura e servizi nell’ambito dei beni comuni tutelati e gestiti secondo regole di trasparenza, rispetto dei diritti e garanzia dii partecipazione democratica dei cittadini”. Infine secondo Rifondazione “per rendere più efficace il perseguimento di questo obiettivo chi governa le città, chi le rappresenta in consiglio comunale, chi si candida a governarle dovrebbe esprimere con chiarezza la propria distanza e la propria contrarietà a questa modalità di gestione dei soldi pubblici e regolare di conseguenza i propri comportamenti e quelli delle persone con le quali si condivide un progetto politico e di governo”.