Lamezia Terme – Continua la polemica tra il sindaco Gianni Speranza e il dirigente del PD, Italo Reale. Questa volta è Reale che scrive un lungo elenco delle ragioni per le quali ha mostrato il suo dissenso nei confronti dell’amministrazione Speranza. Un rimbalzo di accuse reciproco, quello tra Speranza e Reale, che porta alle ribalte della cronaca vecchi e nuovi dissapori. Elenco lungo, quello posto da Reale, che va dall’affidamento “diretto a Telecom del servizio di telefonia del Comune mentre, la natura ed il valore dell’appalto, sicuramente avrebbe obbligato ad una gara tra i gestori del settore”; al “lungo periodo nel quale la Multiservizi ha continuato a gestire il servizio senza contratto,la violazione della norma sul numero massimo di dirigenti esterni che il Comune poteva convenzionare”; all’intervento della Sovraintendenza ai Beni Culturali per impedire la demolizione dello zuccherificio, “alla scarsa attenzione alle questioni urbanistiche culminate con il tentativo di ignorare il Piano Paesistico, il pasticcio della rotatoria di via del Progresso e per concludere, con lo stato di difficoltà in cui versano le finanze del Comune”. Italo Reale rivendica il suo essere critico perché “appartenere ad uno schieramento non implica la sospensione di questo diritto/dovere e d’altra parte Speranza sa bene che ho difeso “Trame” quando era necessario e che se oggi il Piano Strutturale è stato adottato è anche merito del lavoro che ho fatto insieme ad altri per adeguarlo almeno alla normativa vigente”. Reale, risponde anche sugli attacchi mossi dal primo cittadino riguardo la sua collaborazione con Chiarvalloti “vorrei quindi spiegare a Speranza che l’Ufficio del Commissario era una struttura della Protezione Civile e quindi un organo istituzionale e non una Fondazione Privata, che – aggiunge- doveva gestire l’emergenza ambientale attraverso una collaborazione tra il Ministero dell’Ambiente (Governo) e Regione Calabria”.