-di Claudia Strangis
Lamezia Terme – Sei donne per presentare le liste dei candidati a sostegno della campagna elettorale di Pasqualino Ruberto. Comincia così il suo tour “Prima gli ultimi” che ha fatto la prima tappa nel quartiere detto “Ciampa di cavallo”, spesso associato a condizioni di degrado e situazioni di precarietà, e che ora l’aspirante sindaco pone al centro della sua attenzione perché secondo lui “si può programmare un grande futuro partendo dal basso, perché è dal basso che si fanno le rivoluzioni”. Rispondendo alle domande di una giovane dei movimenti che lo sostengono, Ruberto ha spiegato la “sua rivoluzione”, sciorinando i punti del suo programma, quello che vorrebbe realizzare nei primi cento giorni di amministrazione qualora fosse eletto. Un occhio di riguardo agli imprenditori, con una task force dedicata per coloro che volessero investire sul territorio; un assessorato su trasparenza, legalità e difesa del territorio, con “l’obiettivo unico e principale del servizio al cittadino”; un territorio controllato e a misura d’uomo e dei giovani, “una città che dovrà rivivere con un centro storico da rivalutare”.
Nel suo comizio, facendo riferimento al contesto scelto per la sua campagna elettorale, Ruberto ha parlato anche di “conflitto sociale e di contrasti”, ricordando che non ci dovrà essere “nessuna zona franca” e che “sarà dato rispetto ma altrettanto se ne dovrà esigere”. Un discorso a tutto tondo, condito da critiche trasversali a destra e sinistra. Chiari attacchi sono arrivati all’Amministrazione uscente ma anche a chi, secondo Ruberto, l’avrebbe sostenuta in questi anni, come Galati e Talarico. Nessuno risparmiato, neanche quando si parla di legalità. Ruberto ha risposto, infatti, a Rosario Piccioni che accusava i candidati di non aver dichiarato espressamente di non volere i voti dei mafiosi. Per il candidato, espressione di una parte del centrodestra, “questo è un presupposto oggettivo e fondamentale e alla base dei suoi punti programmatici”, specificando di averlo già affermato la sera del 23 dicembre quando ha presentato la sua candidatura ufficialmente. Sferzate e tiri mancini anche verso due dei candidati a sindaco, Tommaso Sonni e Paolo Mascaro, ai quali Ruberto ha lanciato frecciatine dal palco, affermando che “senza masticare di amministrazione non si può diventare sindaco”. Un comizio che si è chiuso poi con un appello ai “suoi”: “sarà una grande battaglia di venti giorni, ogni candidato dovrà essere portavoce del programma”.