Lamezia: Vescovo Cantafora, “nemiche della pace ‘ndrangheta e corruzione”

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Lamezia Terme – “È nemica della pace qualsiasi azione tramata di nascosto! È nemica della pace la ’ndrangheta! È nemica della pace la corruzione! È nemica della pace la ricerca del potere per sé stesso, o per soverchiare gli altri! È nemica della pace la schiavitù e lo sfruttamento del prossimo, in tutte le sue forme. Non avremo la pace in questa città, se ancora regnerà indifferenza verso i poveri, il disprezzo per la verità e la disistima tra noi. Non avremo la pace se il proprio tornaconto avanzerà a discapito del bene comune e del bene degli ultimi.” E’ l’appello del Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Cantafora nel messaggio alla città a conclusione della processione di San Francesco di Paola, celebrata ieri a Sambiase.
Richiamandosi al messaggio del santo paolano, il Vescovo di Lamezia ha invocato la pace per la città e sollecitato l’impegno dei cristiani per promuovere il bene comune e la concordia nella comunità: “chi desidera la pace per la Chiesa e la società, per questa Chiesa di Lamezia e per questa città di Lamezia Terme, non può starsene a braccia conserte o, peggio, ritirarsi indietro. La pace non si accontenta dei buoni propositi, degli slogan e delle bandiere- ha affermato il presule – la pace, ci insegna San Francesco, si ottiene frenando, sacrificando il nostro egoismo. E sacrificare se stessi, gli interessi della propria parte per il bene collettivo, è un duro prezzo per chi è abituato a non vedere le reali necessità del prossimo”.
“Siamo una città bella, ricca di risorse umane e spirituali, ma troppo spesso sterilmente e dannosamente litigiosa. Tra cristiani persistono le liti, le inimicizie, gli odi fratricidi e le contese! Questo tipo di comportamento non è forse la prima semina della guerra? Non siamo forse noi cristiani, con la nostra mancata testimonianza, i primi a contrastare la pace vera”, ha ammonito ancora il vescovo lametino affidando la città di Lamezia all’intercessione di San Francesco di Paola affinché “con quella confidenza fraterna, che la comune origine calabrese ci consegna, ci ottenga dal Signore, giorni di pace, colmi di opere di pace, benedetti dalla pace del Signore che invochiamo per noi, la nostra città e il mondo intero”.