Lamezia: Casarossa40, la verita’ sulle biomasse

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Lamezia Terme – Il Collettivo Autonomo “Casarosssa40” rende  noto che domani  nel coros di una assemblea  che si terrà alle ore 20.30), nel parco Peppino Impastato di Lamezia ed organizzata  dal Comitato No Biomasse Lamezia, il professore Ferdinando Laghi, medico e vice presidente dell’Isde, l’Associazione dei Medici per l’Ambiente, affronterà un tema delicato quello dell’inquinamento ambientale,  che in questi giorni sta suscitando molto clamore, per la realizzazione di una centrale a biomasse.

Casarosssa40,  nel rende noto che “sosterrà e parteciperà  alla lotta del Comitato No Biomasse Lamezia” ritiene  “opportuno affiancare all’aspetto,  importantissimo e centrale, della salute dei cittadini e della salvaguardia dell’ambiente, anche alcune altre questioni che riguardano il contesto nel quale si inseriranno queste nuove centrali a biomasse che, se pur “piccole” (come afferma il padronato locale) rispetto agli ecomostri per i quali abbiamo sempre alzato il nostro  no,  restano fortemente dannosi perché si inseriscono in un tessuto già degradato dal punto di vista ambientale”, anche spiega in “un area di pochissimi chilometri quadrati,  insistono due impianti già da tempo operativi”, ma anche per il fatto che “in questa zona  dovranno nascere altre 6 nuove centrali da 200kw delle quale tre già accertate mentre per le altre non è ancora dato sapere”. Secondo Casarossa 40 “lo scenario che ne viene fuori è pazzesco: sei nuovi impianti più altri due già funzionanti trasformeranno quel lembo di territorio e tutta Lamezia Terme in un centro di incenerimento per rifiuti! Questo scenario – aggiunge –  è reso realistico perché questi nuovi impianti a biomasse legnose in realtà possono bruciare, previa autorizzazione, anche CSS (Combustibile Solido Secondario) che è un combustibile ottenuto dalla componente secca (plastica, carta, fibre tessili, ecc.) dei rifiuti non pericolosi, sia urbani sia speciali, tramite appositi trattamenti di separazione da altri materiali non combustibili, come vetro, metalli e inerti”. Quindi per Casarossa40, “vista la prossima chiusura della più grande discarica regionale, quella di Pianopoli, il rischio a noi sembra abbastanza chiaro che tali impianti possano essere utilizzati per smaltire un po’ di monnezza in eccesso!”. Poi secondo Casarossa40, “resta la questione del surplus energetico che vede la Calabria (ed in particolare questo territorio ricco di mega impianti eolici) esportare un eccedenza del 77% dell’energia prodotta senza che le comunità possano godere anche solo economicamente di questa “energia pulita””. E secondo ilcollettivo “in realtà ad accumulare profitti saranno sempre gli stessi imprenditori della green economy che tramite il contributo statale del GSE incasseranno fior di quattrini ai danni dei cittadini che si troveranno in bolletta un’aliquota proprio per garantire questo tipo di profitto. Quindi – aggiunge –  oltre al danno anche la beffa!” Qunid per Casarossa40 “queste centrali non vanno realizzate, né in periferia, né al centro né nelle aree industriali. Semplicemente – conclude – questi impianti non devono essere realizzati perché inutili e dannosi!”