Lamezia: violenza sulle donne, storie di chi ha detto basta

violenza-sulle-donne
di Stefania Cugnetto
Lamezia Terme – I dati numerici ci danno contezza di un fenomeno, i numeri ci indignano, ci spaventano ma forse poco ci fanno riflettere. E’ certamente giusto approcciarsi ad un fenomeno leggendone i dati, è giusto avere la consapevolezza di quante persone ne vengono coinvolte, ma forse c’è altro da raccontare. La violenza contro le donne è un fenomeno che poco dice di sé solo attraverso i numeri. Ma se partiamo dai dati, 40 sono le donne che si sono recate, tra il 2014 e 2015 al comando della Polizia di Lamezia Terme, per denunciare casi di violenza. 83 , invece, le donne che, tra il 2014-2015, si sono avvicinate allo sportello antiviolenza Demetra*, uno sportello di ascolto ed accompagnamento per vittime di violenza, attivo a Lamezia dal 2010. 44 contatti nel 2014 e 29 nel 2015, donne per la maggior parte giovanissime, under 30, che raccontano di subire violenza, per lo più fisica, da uomini vicini a loro, familiari, compagni, mariti o anche figli adulti che agiscono comportamenti violenti nei confronti delle madri.
Ma se i numeri possono aiutarci nell’analisi generale, non certo raccontano le storie, la complessità di queste situazioni. Perché dietro a questi numeri ci sono storie di violazione e disperazione, ma anche storie di chi ha avuto il coraggio di dire basta.
Alla vigilia della giornata internazionale della violenza contro le donne, è di queste storie che abbiamo deciso di parlare. Se è giusto ricordare le donne che hanno subito e che hanno perso la vita a causa di uomini violenti, è forse ancor più giusto ricordare le donne che sono riuscite ad uscire dal vortice della violenza e della paura. Due storie di coraggio, arrivano dalla città della piana, due donne lontane e pur vicine, vittime di uomini violenti e crudeli. Donne che hanno, per troppo tempo, creduto che l’amore passasse solo attraverso gli schiaffi e gli insulti, due donne lametine che hanno deciso però di dire basta. Un percorso lungo e non di certo semplice, ma Anna e Maria (nomi di fantasia), hanno deciso di riprendere in mano la propria vita. Anna e Maria si avvicinano entrambe al centro antiviolenza Demetra, presente nel comune di Lamezia, e raccontano la loro storia. Raccontano il dolore e l’umiliazione di subire violenze dal proprio compagno o dal proprio padre. Anna ha tre figli minori, e se la consapevolezza di doversi allontanare dal suo compagno arriva quasi subito, l’impossibilità di farlo blocca la donna. Sì, perché la dipendenza da questi uomini è anche economica, “cosa faccio senza casa e senza lavoro?”, questa la domanda di Anna. La possibilità arriva, grazie ad una borsa lavoro offerta dal centro Demetra, e solo lavorando e rendendosi autonoma, Anna ha potuto portare lei e i suoi figli lontano da quell’uomo. Un percorso che non si conclude mai, fatto di piccoli traguardi per riacquisire la fiducia in sé stessi, la dignità dell’autonomia. Per Anna arriva il raggiungimento di una qualifica professionale, la patente, piccoli passi , dunque, per tornare a riappropriarsi della propria vita. Maria inizia, invece, il suo percorso di autonomia attraverso lo studio. Lo studio è stato , ed è tutto d’ora, il modo che ha questa donna per dimostrare, per prima a se stessa, quanto vale, per arrivare alla consapevolezza di potercela fare. Perché subire violenza vuol dire soprattutto perdere se stessi, non riconoscersi, sentirsi vuote ed inutili. Lo studio aiuta Maria a capire la realtà che ha intorno, a riconoscere come vili ed ingiusti quegli atti subiti dentro la sua casa, aiuta Maria ad incontrare altre persone, altri uomini, potendo così capire che un altro modo di amare c’è. Risorse intellettuali che le permettono anche di elaborare e saper leggere la sua realtà familiare. Un percorso che non è risolto una volta per tutte, perché le esperienze non si possono cancellare ma si può imparare a gestirle, nonostante il grande dolore che ti hanno procurato. Si può imparare a fare i conti con le proprie fragilità, ogni giorno, e scoprirsi forti come mai prima. Anche Maria ha la possibilità di usufruire della borsa lavoro, ed è lì che si accorge di valere qualcosa, di essere una donna capace, lì capisce che forse è quell’uomo che non ha mai saputo amarla, non lei che non meritava di essere amata.
Storie semplici ed ordinarie, di donne normali ma con uno straordinario coraggio. Coraggio nel di dire a se stesse che un altro modo c’è, che per prima cosa bisogna sapersi amare e rispettarsi. Storie che meritano di essere raccontate e ricordate ogni giorno. Un grazie a queste due donne di Lamezia, che nonostante le loro difficoltà e paure , hanno potuto dimostrare che dire basta si può.

centro_demetra_Lamezia

*Il Progetto “Demetra” è stato avviato in data 11/06/2009, approvato con Delibera di Giunta Comunale n° 405 del 30/09/2008, finanziato dalla Regione Calabria, con l’obiettivo principale di offrire attraverso una serie di interventi e di azioni, risposte adeguate alle donne che subiscono violenza. I partner del progetto sono il Comune di Lamezia Terme in qualità di capofila del partenariato, l’A.S.P. Di Catanzaro, l’Associazione Mago Merlino, l’Associazione Comunità Progetto Sud, l’Associazione Italiana “Donne Medico” (AIDM), l’Associazione Italiana avvocati per la famiglia e per i minori (AIAF Calabria), il Centro Lametino di Educazione Sociale Associazione ONLUS, l’Associazione Rinascita del Mediterraneo ONLUS. Il progetto è stato finanziato fino al 2012, da allora le operatrici, l’avvocato, la psicologa e il medico, continuano ad offrire, in maniera volontaria, ascolto e percorsi di autonomia alle donne vittime di violenza.