Beni confiscati: LameziaUnita propone istituzione registro comunale

convegno-lameziaunitaLamezia Terme – Procedure e tecniche delle gestioni dei beni confiscati alla criminalità da parte degli enti locali è stato il tema di fondo di un importate confronto promosso da LameziaUnita e che ha visto protagonisti, oltre al capo gruppo del movimento Lametino, Luigi Muraca, due sindaci quello di Lamezia, Paolo Mascaro e di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, il presidente della commissione regionale antimafia Bova. Al centro del confronto, moderato dall’avvocato Renzo Andricciola, la gestione di immobili e aziende definitivamente confiscate alla criminalità organizzata che Italia, fino al 2013 ammontavano a circa 13 mila beni, tra questi 2000 sono aziende. Il 43% circa si trova in Sicilia, il 15 % in Campania, il 14% in Calabria, il 9% in Puglia e il restante 19% distribuito nelle altre regioni d’Italia: tra queste quella con più beni e’ la Lombardia.
andricciola-renzoUn patrimonio immobiliare e aziendale che è difficile da quantificare in quanto in continuo divenire, ma che, stando alle stime attuali, dovrebbe aggirarsi attorno ad alcuni miliardi di euro. Quindi come gestire quindi immobili confiscati e che rappresentano  un valore sul piano economico rilevante. Il tema trattato è stato  di grande attualità e interesse sociale oltre che giudiziario anche per capire chi, come, quando e perché un bene confiscato in via definitiva può essere assegnato per essere gestito.
La gestione di questi beni è demandata all’Agenzia Nazionale che provvede all’amministrazione dei beni confiscati anche in via non definitiva e adotta i provvedimenti di destinazione dei beni confiscati per le prioritarie finalità istituzionali e sociali, secondo le modalità indicate dalla legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni. Dal punto di vista evolutivo delle norme in materia di aggressione ai patrimoni illeciti l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei patrimoni sottratti alle mafie costituisce una delle più importati novità nel quadro della legislazione antimafia degli ultimi anni. Aspetti questi affrontati dei vari relatori che hanno messo tutti in evidenza la necessità convegno-lameziaunita1che i beni confiscati vengano, poi, destinati ad accogliere servizi sociali per la collettività, oppure a soggetti bisogni. Tutti hanno in linea di massima sottolineato come la confisca dei beni rappresenti “un mezzo straordinario di lotta alla criminalità”, ma che “va esteso anche agli altri illeciti di natura economica”, precisando che “questa evoluzione giuridica è un’iniziativa anche di carattere sociale, che deve essere tramandata a tutti anche perché ciò che è stato sottratto alla società deve tornare alla stessa”. Un tema complesso quello della gestione  dei bei confiscati in via definitiva. Beni che in base al decreto antimafia, possono essere mantenuti al patrimonio dello Stato per finalità di giustizia, ordine pubblico e di protezione civile e per altri usi governativi o pubblici connessi all’attività di istituzioni, enti, convegno-lameziaunita4università, amministrazioni, oppure mantenuti al patrimonio dello Stato per essere utilizzati dall’Agenzia Nazionale per finalità economiche. Oppure trasferiti per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria, al patrimonio del comune ove l’immobile è ubicato, oppure della provincia o della regione. Quest’ultimo aspetto, però, è un po’ confuso perché come emerso dal dibattito non viene contemplata la destinazione diretta del bene, ma spetta all’ente territoriale decidere di gestirlo direttamente o concederlo a titolo gratuito a una realtà del mondo del volontariato. Questo quadro pone in rilievo un’ “empasse burocratica” perché “anche di fronte a progetti socialmente validi, l’agenzia nazionale può solo suggerire all’ente territoriale a chi affidare il bene ma non può imporre a chi destinarlo”. E dianzi alle complessità della procedura di confisca ed assegnazione dei beni emerse nel convegno-lameziaunita3dibattito, Luigi Muraca, Capogruppo di Lamezia Unita, concludendo i lavori, ha avanzato alcune proposte tese a migliorare il lacunoso sistema, che certamente troveranno il sostegno dell’Amministrazione Comunale. A giudizio di Muraca nel caso di bene depreziato e inutilizzabile, si potrebbe costituire un fondo di garanzia(beni confiscati e venduti, somme di danaro sequestrate, 2%FUG Fondo Unico di Giustizia) da destinare agli enti locali per il recupero dei beni assegnati. Altra proposta l’istituzione di un tavolo permanente tra ANBC-Procura della Repubblica Ordinaria e Distrettuale-Prefettura e Comuni, al fine di agevolare l’assegnazione, in quanto spesso i Comuni non sono neanche a conoscenza di quali beni sono stati sottoposti a misura ablativa. Tra le proposte anche quella, nel caso di confisca d’azienda, ci costruire una rete di aziende confiscate, per far sì che le medesime possano superare almeno nel periodo iniziale tutte le pregiudiziali della misura patrimoniale” E sempre con riferimento alla confisca d’azienda, al fine della salvaguardia e tutela dei posti di lavoro, prevedere sgravi di natura fiscale per un certo periodo, nonché premialità per chi si rivolge alle aziende confiscate sotto forma di IVA ridotta in luogo di quella ordinaria. convegno-lameziaunita2Altra proposta quella relativa alle competenze degli amministratori giudiziari, la cui legislazione risulta inadeguata, avvicinando la figura a quella del curatore fallimentare(con l’intento di liquidare i beni), piuttosto che a quella di un manager finalizzata alla prosecuzione ed al rilancio dell’attività aziendale, quindi una rivisitazione normativa della figura. Quindi prevedere, anche, con l’ausilio dell’Università, degli Ordino Professionali degli Avvocati e dei Commercialisti, la formazione di figure professionali ad hoc. Inoltre ha proposto la Prosecuzione coatta dei rapporti tra aziende e istituti di credito almeno per un anno successivo alla confisca, a prescindere dal calcolo dei rischi di solvibilità. Ed infine l’istituzione del registro presso il Comune di Lamezia Terme dei beni confiscati.