Lamezia: incontro dibattito sul futuro politico della città

Lamezia Terme – (di Giovanni Mazzei) – In uno dei suoi ultimi messaggi alla città, il Vescovo Emerito monsignor Luigi Cantafora ha definito Lamezia Terme come una città malata, in agonia. Da questa dichiarazione ha preso il via il dibattito che si è tenuto ieri al Chiostro Caffè Letterario, organizzato dall’associazione Centro Riforme Democrazia e Diritti,la quale si è interrogata sui malanni che affliggono la città e sulle possibili cure da somministrare per riconquistare uno stato di benessere, sfuggendo il tal modo da un male quasi atavico.
Nel suo lungo intervento l’ex onorevole Costantino Fittante ha elencato tutte le occasioni mancate, le opportunità non sfruttate e le potenzialità non utilizzate a dovere. Una lunga nomenclatura: dalla facoltà di Agraria dell’Università Mediterranea non più presente in città, alla mancata bonifica e successivo riutilizzo della aera dell’ex zuccherificio, una rete di collegamenti male sfruttata che penalizza aeroporto e stazione, un castello da valorizzare, la mancata realizzazione di un polo fieristico, l’area termale e tutta una lunga serie di sogni sfumati, che oramai sono diventati dei luoghi comune, quasi dei ritornelli imparati a memoria.
Fittante fa poi appello a un rinnovato senso etico e civico per contrastare l’illegalità dilagante, per contrastare ciò che ha condotto la città a subire tre scioglimenti del consiglio comunale per mafia, auspicando un maggior controllo delle liste elettorali.
L’auspicio è anche una maggiore responsabilità da parte dei cittadini, in quanto il benessere della “cosa” pubblica dipende anche dal loro modo di pensare e agire.

Sul tema della partecipazione cittadina insistono anche le parole del relatore successivo, il giornalista Salvatore D’Elia, il più giovane al tavolo dei relatori. “Bisogna favorire la partecipazione della comunità nella lotta contro la mafia, di cui la città risulta essere permeata. La classe politica e dirigenziale deve sforzarsi d’ascoltare le problematiche della comunità: c’è bisogno d’ascolto partendo dalle istanze dei cittadini”.
Amedeo Colacino, ex sindaco di Motta Santa Lucia, esprime la necessità per la città di Lamezia Terme di ricoprire quel ruolo di polo gravitazionale per un hinterland di oltre 80 mila cittadini e ciò sarà possibile solamente trovando la capacità di mettere in atto le grandi capacità inespresse della città.
La scrittrice e docente Daniela Grandinetti riporta nella sua relazione alcuni dati SVIMEZ, i quali, impietosamente, delineano l’arretratezza generale del sud in ogni servizio al cittadino, dalla sanità alle strutture scolastiche. “La politica non deve promettere ma chiedere: chiedere ai cittadini quali siano le vere problematiche e chiedere anche una presa di responsabilità, da esprimere con il voto”.

Nella sua analisi delle criticità il presidente del movimento Legalità e Riscatto Mario Magno, auspica: “la stipula di un patto socio-culturale tra chi vuole bene alla città per fronteggiare i mali dei cittadini, dimenticando il colore politico e fare fronte comune. I cittadini non devono votare per chi grida più forte; vi è un aspetto etico e morale che va oltre l’aspetto giuridico: chi è coinvolto in processi di scioglimento non dovrebbe più presentarsi.
La mia fuoruscita da Forza Italia è dovuta proprio al fatto che vi fosse all’interno chi aveva il papà accusato di avergli comprato dei voti e ciò è per me inaccettabile.
L’importante è volere il bene della città, ognuno trovi la sua strada ma l’obbiettivo deve esser sempre quello”.