Roma – Sono stati oltre 10mila i fulmini tra Sicilia e Calabria in sole 48 ore, nei giorni scorsi quando il maltempo e’ stato particolarmente intenso. E’ il dato che emerge dall’analisi che SIRF, il Sistema Italiano Rilevamento Fulmini ideato e di proprieta’ di Cesi-Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano (societa’ indipendente partecipata da Enel, Terna, Prysmian, ABB e Ansaldo T&D.), ha effettuato in merito all’alluvione che ha colpito le due regioni tra il 28 ottobre e il 2 novembre, in particolare nelle giornate di sabato 31 ottobre e domenica 1 novembre. L’intensa attivita’ temporalesca che ha colpito il bacino tirrenico, causando ingenti danni alla popolazione e ai centri urbani, e’ stata generata da una concomitanza di effetti: il minimo depressionario installatosi sulla zona e l’alta temperatura rispetto al periodo hanno causato forti temporali con alto contenuto elettrico e di acqua. Sabato 31 ottobre, il fronte temporalesco, generatosi gia’ nelle prime ore, ha continuato a insistere sulla zona tra Sicilia e Calabria per tutta la giornata, con circa 4.000 fulmini caduti su un’area relativamente piccola, di cui piu’ della meta’ nella sola fascia oraria tra le 20 e le 24 ora locale.
Una situazione analoga si e’ verificata domenica 1 novembre, con piu’ di 6.000 fulmini nell’area della Sicilia e della Calabria del sud, con un andamento in questo caso di tipo ciclonico, che ha insistito per tutto il giorno. Tale quantita’ di fulmini, confrontata con le medie dell’area (1-2 fulmini l’anno al km2), e’ decisamente eccezionale ed e’ direttamente proporzionale alla quantita’ d’acqua estrema rovesciatasi nelle medesime giornate. Nei primi 10 mesi del 2015 sono caduti sul territorio siciliano 30.605 fulmini, rispetto ai 19.312 dell’anno precedente. Dai dati rilevati da SIRF, agosto (9.454 fulmini) e ottobre (6.584 fulmini) sono i mesi in cui e’ caduto il maggior numero di fulmini sulla Regione. Le province piu’ colpite nel 2015 sono state Palermo con 7.020 fulmini (+163% rispetto al 2014) e Messina con 4.959 fulmini (+99% rispetto al 2014). Invece in Calabria da gennaio ad oggi SIRF ha registrato la caduta di 27.463 fulmini, contro i 19.381 dell’anno precedente. I mesi in cui e’ stato rilevato il maggior numero di fulmini sono agosto (11.153 fulmini) e ottobre (4.342 fulmini). Le province piu’ colpite quest’anno sono state Cosenza con 11.355 fulmini (+20% rispetto al 2014%) e Reggio Calabria con 7.088 fulmini (+203% rispetto al 2014). “Attraverso il SIRF – ha detto Domenico Andreis, direttore Divisione Engineering & Environment – Ismes, CESI – le amministrazioni comunali possono monitorare il territorio e avere a disposizione ogni ora una mappa dei punti di impatto dei fulmini. Questo permetterebbe loro di registrare con anticipo lo scatenarsi delle cosiddette ‘bombe d’acqua’, un fenomeno sempre piu’ frequente che purtroppo sta provocando in Italia danni ad abitazioni, costruzioni ma soprattutto alle persone.
Sul fronte preventivo, CESI e’ impegnata anche nell’elaborare e proporre soluzioni volte a contrastare le devastanti conseguenze che queste violente precipitazioni provocano sul territorio anche alla luce del dissesto idrogeologico in cui versa il nostro Paese”. La rete di rilevamento fulmini italiana elaborata e di proprieta’ di CESI, detta SIRF-Sistema Italiano Rilevamento Fulmini, fa parte della rete pan-europea EUCLID, monitora ogni singolo fulmine, 24 ore su 24 tutto l’anno, ed e’ composta da 16 sensori situati sul territorio nazionale. Ogni sensore e’ collegato tramite internet al centro operativo presso la sede di CESI a Milano. Grazie all’estrema velocita’ di ritorno del dato e alla copertura omogenea della penisola, il monitoraggio dei fulmini e’ utilizzato per l’allerta di nowcasting (previsioni a poche ore) alle strutture sensibili e alla popolazione. E’ ormai, infatti, ampiamente provata la stretta correlazione tra la numerosita’ dei fulmini all’interno di un temporale o di un ciclone e l’intensita’ della precipitazione. Questo conferma che la mappatura dei fulmini e’ uno strumento affidabile in grado di segnalare i fenomeni intensi in formazione e in arrivo con qualche ora di anticipo, sufficienti a mettere in atto le procedure di emergenza gia’ pianificate. Il CESI e’ stato fondato nel 1956, opera oggi in circa 40 Paesi nel mondo, con un network di circa 1.000 professionisti e ricavi pari a circa 120 milioni di Euro annui. CESI e’ anche leader nel campo dell’ambiente, della tutela del territorio, dell’ingegneria civile delle grandi infrastrutture avendo integrato nel 2004 il know-how e le competenze del marchio Ismes, che dal 1947 ha realizzato i sistemi di monitoraggio di alcune delle piu’ importanti opere del patrimonio culturale italiano e mondiale come il Cenacolo Vinciano a Milano, la Torre di Pisa, la cappella della Sacra Sindone a Torino, il Campanile di S. Marco a Venezia e S. Maria del Fiore a Firenze.