Comunali: Viminale, al voto in 3.812 Comuni; 27 i capoluoghi

Roma  – Europee ma non solo. L’”Election day” di domenica 26 maggio servirà anche a rinnovare sindaci e consigli comunali di 3.812 comuni italiani, 232 dei quali con oltre 15 mila abitanti e 3.580 fino a 15 mila abitanti. Ventisette i comuni capoluogo interessati dal voto, 6 comuni capoluogo di regione (Firenze, Bari, Perugia, Cagliari, Potenza e Campobasso) e 21 comuni capoluogo di provincia (Ascoli Piceno, Avellino, Bergamo, Biella, Cremona, Ferrara, Foggia, Forlì, Lecce, Livorno, Modena, Pavia, Pesaro, Pescara, Prato, Reggio Emilia, Rovigo, Sassari, Verbania, Vercelli, Vibo Valentia).
Il successivo eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci é in programma il 9 giugno. Per le regionali (presidente e consiglieri regionali) si corre solo in Piemonte.

QUANTI SONO GLI ELETTORI
Gli aventi diritto al voto per le amministrative – secondo l’ultimo aggiornamento del Viminale – sono 16.843.223,
distribuiti in 20.769 sezioni. In Piemonte sono chiamati al voto in 3.621.796, divisi in 4.807 sezioni. L’elenco completo dei comuni coinvolti è consultabile alla pagina web dei Servizi elettorali del ministero dell’Interno.

COME SI VOTA
Le urne resteranno aperte dalle 7 alle 23. Le modalità di espressione del voto cambiano in funzione della popolazione dei comuni. Nei comuni fino a 15 mila abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco, solo sulla lista collegata al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che sulla lista collegata al medesimo candidato sindaco: in ogni caso il voto viene attribuito sia alla lista di candidati consiglieri che al candidato sindaco collegato. Viene eletto sindaco il candidato che ottiene il maggior numero di voti.
Nei comuni con più di 15 mila abitanti si può tracciare un segno solo sul candidato sindaco (in questo caso il voto viene attribuito solo al candidato sindaco); tracciare un segno solo su una delle liste collegate al candidato sindaco o anche sia sul candidato sindaco che su una delle liste collegate al medesimo candidato sindaco (in entrambi i casi il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista di candidati consiglieri); esprimere il cosiddetto ‘voto disgiunto’, tracciando un segno sul candidato sindaco ed un altro segno su una lista non collegata (in questo caso il voto viene attribuito sia al candidato sindaco che alla lista non collegata). È eletto sindaco al primo turno il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti validi (almeno il 50% più uno); qualora nessun candidato raggiunga tale soglia è previsto il ballottaggio tra i due candidati più votati.

I VOTI DI PREFERENZA
Le preferenze si esprimono scrivendo negli appositi spazi il cognome (oppure il nome e cognome in caso di omonimia) dei candidati consiglieri comunali della lista votata. Nei comuni con meno di 5 mila abitanti si può esprimere una sola preferenza. Nei comuni con oltre 5 mila abitanti è possibile esprimere due preferenze per i candidati a consigliere comunale: devono però riguardare una candidata di genere femminile ed un candidato di genere maschile (o viceversa), pena l’annullamento della seconda preferenza.

ITALIANI ALL’ESTERO
Gli italiani residenti all’estero possono votare alle amministrative tornando in Italia a votare presso il comune di iscrizione nelle liste elettorali: non è previsto voto all’estero. I cittadini di altri Paesi Ue residenti in Italia possono votare alle comunali o alle circoscrizionali (lo prevede il decreto legislativo 197 datato 12 aprile 1996) purchè abbiano presentato apposita domanda entro il 40esimo giorno antecedente la votazione. I cittadini degli altri Paesi che fanno parte dell’Unione europea residenti in Italia possono presentare la propria candidatura a consigliere comunale e circoscrizionale. Non è ammissibile invece la candidatura a sindaco.

DOCUMENTI DI IDENTITÀ
Per esercitare il diritto di voto bisogna esibire una carta d’identità o altro documento d’identificazione munito di fotografia, rilasciato dalla pubblica amministrazione; una tessera di riconoscimento rilasciata dall’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, purché munita di foto e convalidata da un Comando militare; una tessera di riconoscimento rilasciata da un Ordine professionale, purché munita di foto. Vale anche l’eventuale ricevuta della richiesta della carta di identità elettronica (che contiene fotografia, dati anagrafici del richiedente e numero della Cie cui si riferisce).

TESSERA ELETTORALE
La tessera elettorale si rinnova presso l’ufficio elettorale del comune di residenza; gli elettori che hanno necessità di rinnovarla sono invitati a recarsi per tempo presso tale ufficio al fine di evitare una concentrazione delle domande nei giorni immediatamente antecedenti ed in quello della votazione; l’ufficio elettorale resterà comunque aperto dalle 9 alle 18 venerdì 24 e sabato 25 e per tutta la durata delle operazioni di voto, dalle 7 alle 23 di domenica.