Lamezia Terme – Secondo la Cisl Calabria, la vicenda Sorical necessita di un “coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, l’apertura immediata di tavoli tematici dedicati, che definiscano un nuovo percorso per l’immediato superamento dell’attuale gestione commissariale, per poi affrontare le complesse problematiche che le aziende del settore stanno attraversando, e governarne conseguentemente, la difficile fase di transizione verso il nuovo assetto di gestione del servizio idrico integrato in Calabria”. La Sorical possiede, secondo il sindacato, “proprio nella base impiegatizia ed operativa un patrimonio di conoscenze specifiche, tecniche ed amministrative, consolidate nel decennio di vita, dalle quali non si può prescindere se si vogliono ottenere risultati significativi in termini di ottimizzazione ed efficientamento gestionale dei processi produttivi e di pianificazione dei necessari investimenti nel settore”. Un danno perpetrato, secondo i rappresentanti della Cisl, “da un socio privato che non ha mai mostrato grande interesse per la gestione degli acquedotti calabresi, che ha di conseguenza generato, a nostro parere, ripercussioni negative sulla operatività aziendale, e a pagarne le conseguenze sarebbe stato tutto il personale qualificato calabrese”. Ma se la soluzione non può essere nella gestione pubblica della Sorical, perché “i costi e le diseconomie gestionali delle reti di distribuzione di alcune amministrazioni comunali, dovevano essere ripianate dai cittadini calabresi attraverso l’aumento delle tariffe, si sarebbe potuto e dovuto sfruttare questo tempo per mettere in ordine il rapporto con un socio privato che ha mostrato totale disinteresse per la gestione del servizio idrico calabrese, posizione palesemente espressa e scritta a chiare lettere, nero su bianco, e che, tuttavia, continua a mantenerne saldo il comando attraverso la presenza dei propri rappresentanti, amministrativi e tecnici, in ruoli chiave nella società”.
Secondo il sindacato, quindi, “non ci sono percorsi alternativi. Nonostante siano trascorsi ormai diversi anni dalla prima presentazione della Legge Regionale in materia di riforma del Servizio Idrico Integrato, nonostante sia ormai opinione comune e diffusa che occorre superare le previsioni di quella Legge Regionale, assistiamo ad una indifferenza della politica che non sappiamo se attribuire a superficialità e/o ad incapacità ad affrontare i problemi del governo del territorio calabrese. I lavoratori del settore non possono più sopportare detta condizione dilatoria ed inconcludente sapendo bene i rischi che le aziende di settore potrebbero correre a breve, date le gravi criticità succitate. Soprattutto alla luce delle indiscrezioni che vorrebbero la società mista riconsegnata di fatto nelle mani dei privati e dei loro delegati secondo il gattopardiano principio del cambiare tutto per non cambiare niente”.