Regione: Tallini, Oliverio vuole solo dividere l’opposizione

domenico-tallini600x450-1Reggio Calabria – “Il presidente Oliverio si era gia’ costituito nel procedimento attivato da Wanda Ferro per impedirle di avere giustizia, benche’ non ne avesse ragione e nonostante le doglianze sulla poca presenza di donne in Consiglio, e adesso, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale che ha riconosciuto alla candidata alla Presidenza del centrodestra il suo diritto, ci riprova attivando una grossolana ‘moral suasion’ attraverso l’avvocatura regionale per tentare di fare escludere il collega Mangialavori, reo, agli occhi di Oliverio, di non essere un consigliere prono ai suoi comandi”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Domenico Tallini (Fi). “Puo’ darsi -afferma Tallini – che la manovra vada a buon fine. Ma ormai il gioco e’ scoperto. Siamo dinanzi ad un’inqualificabile mediocrita’ politica. Oliverio, come diceva Abraham Lincoln, “puo’ ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non puo’ ingannare tutti per sempre”. E i calabresi vedono e hanno capito”. A parere di Tallini “l’eccessiva ostinazione puo’ tramutarsi in stupidita’ politica. E quando cio’ accade, come sta accadendo in Calabria al Presidente della Regione, gli effetti negativi non ricadono solo su chi caparbiamente rifiuta di prendere atto degli errori commessi, ma sull’intero sistema regionale, che, dopo due fallimentari anni di legislatura documentati da piu’ indagini sociali ed economiche e dall’insoddisfazione generale, peggio non potrebbe presentarsi al cospetto dell’anno appena iniziato.

“Nell’ultima seduta del Consiglio del 2016, c’era sembrato di capire – dichiara ancora Tallini – che il presidente Oliverio, preso atto evidentemente dell’inutilita’ delle manovre innescate fin dalla prima seduta consiliare per dividere l’opposizione ammorbidendone con incarichi istituzionali una parte, e soprattutto preso atto della gravita’ dei problemi irrisolti della Calabria, volesse finalmente abbandonare il vizio dell’inciucio ‘ad personam’ ed inaugurare un nuovo corso nel rapporto con il centrodestra. Un nuovo corso, come da noi auspicato, viste le insormontabili difficolta’ del centrosinistra di dotarsi di una progettualita’ per la crescita e lo sviluppo della Calabria, all’insegna della cooperazione istituzionale e dello scambio di opinioni ed esperienze su punti qualificanti, per restituire al Consiglio regionale, ridotto a passacarte, la possibilita’ di esercitare le proprie prerogativa e, nel contempo, forza e credibilita’, attraverso l’elaborazione di leggi e provvedimenti tesi a risolvere i problemi dei calabresi, alla politica in se’ che ha urgenza di recuperare la fiducia dei cittadini. Tuttavia, com’era prevedibile, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Anche se e’ un vizio che alla Calabria non arreca utilita’, se non mortificazioni pubbliche e perdita di prestigio su scala internazionale. Infatti va avanti in Regione e sui territori (vedi la Provincia di Cosenza per esempio) la pratica del politicamente scorretto di stampo oliveriano, che invece di prediligere il rapporto leale e ossequioso dei ruoli, ammorba i soliti pezzi dell’opposizione sempre pronti a ubbidire in cambio di prebende, e quando s’imbatte in un’opposizione che non intende venir meno al mandato assegnatale dall’elettorato, per contrastarla non esita ad esercitare il potere della carica per influire persino nelle controversie giudiziarie. Dimostrando – dice – assenza di visione generale e nessun senso delle istituzioni”.