Sanita’: Comitato Ospedali Montagna chiede incontro con Commissario

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Lamezia Terme – I coordinatori del CO.MO.CAL. (Comitato Ospedali di Montagna Calabresi), Antonio Maida, Alessandro Sirianni per Soveria Mannelli, Salvatore Albanese per Serra San Bruno, Giulia Zanfino per Acri e Giuseppe Guzzo per San Giovanni In Fiore, hanno inviato un comunicato alle alte cariche politiche calabresi per metterli a conoscenza delle criticità dei territori e ponendo alla loro attenzione “le non più prorogabili richieste volte a garantire i livelli minimi di assistenza non più garantiti”. Nel comunicato, indirizzato al Commissario Straordinario Massimo Scura, al Sub Commissario Andrea Urbani, al Presidente della Regione Mario Oliverio e al Presidente del Consiglio Regionale Antonio Scalzo, i coordinatori del Comitato spiegano che tali ospedali di cui si fanno portavoce e rappresentanti “non riescono a svolgere e garantire un’assistenza efficace in zone morfologicamente complesse, spesso distanti dal primo Hub o Spoke circa 50 chilometri”. “La continua messa a pensionamento di medici e paramedici, non sostituiti – aggiungono – , segna inesorabilmente molti dei servizi sopra elencati di fatto sopprimendoli” e che “la naturale diminuzione del personale mette a serio repentaglio l’assistenza già ridotta al minimo, cagionando potenziali casi di malasanità che questo Comitato non intende vivere in modo passivo ma qualora necessario facendosene pieno carico anche con costituzione di parte civile in eventuali procedimenti giudiziari”. Il Comocal critica, inoltre, l’intenzione dei commissari di sbloccare il Turn Over solo nelle strutture Hub e Spoke, tralasciando gli ospedali montani. I coordinatori del comitato spiegano che “si potrebbe ovviare a tali propositi delocalizzando il numeroso personale attivo sul territorio dislocandolo nella rete ospedaliera con provvedimenti giudiziosi e tempestivi all’uopo si fa riferimento ai dati dell’Agenas che riscontrano anomalie sui costi impropri del personale più alto di quelle di altre regioni”. “Si fa presente – proseguono – che alcune delle strutture citate, sono provviste di sale operatorie di recente costruzione altamente tecnologiche che potrebbero essere usate in regime di DaySurgery, per come negli indirizzi recenti dei vari Dg competenti che con calendarizzazione settimanale nelle varie branchie chirurgiche potrebbero fare fronte alle numerose richieste dei territori di competenza”. Il Comocal denuncia anche che in queste strutture “nei Pronto Soccorso lamentano la mancanza delle consulenze chirurgiche almeno in h8, chirurgia, ginecologia e ortopedia necessarie per un normale svolgimento delle attività mediche e diagnostiche oltre che lamentare una guardia attiva di anestesia”. Il Comocal conclude il comunicato chiedendo di essere ricevuti per poter esporre le proprie ragioni.