Sanita’: proroga dg, Nesci presenta nuovo esposto Anac e procure

Nesci-dalila-620x330
Catanzaro – Con l’invio di tre sentenze della magistratura amministrativa e contabile, la parlamentare del M5s Dalila Nesci ha integrato l’esposto del dicembre scorso in cui, riguardo alla nomina dei commissari dell’Asp di Reggio Calabria da parte della giunta regionale calabrese, aveva attivato le indagini della Procura e della Corte dei conti, chiedendo la revoca del provvedimento da parte della struttura commissariale per l’attuazione del rientro dal disavanzo sanitario regionale. Secondo la parlamentare, “la legge e’ chiara, i direttori generali delle aziende della sanita’ hanno un rapporto di lavoro esclusivo, che non ne ammette altri. Non si comprende – sottolinea la parlamentare – l’immobilismo e l’ostinazione della giunta regionale, dato anche il precedente intervento dell’Autorita’ nazionale anticorruzione in merito alla nomina di Santo Gioffre’ quale commissario dell’Asp di Reggio Calabria, cioe’ l’azienda con maggiori difficolta’ in cui ballano ancora 400 milioni di euro, privi di tracce. Se la legalita’ – spiega la parlamentare 5 stelle – restera’ fuori della gestione dei servizi sanitari calabresi, rimarremo quella regione del disastro e nel baratro gia’ certificata dalla commissione ministeriale d’inchiesta dopo le tragiche morti dei minori Monteleone, Scutella’ e Ruscio. Nonostante – denuncia l’esponente 5 stelle – le iniziali nomine illegittime di Gioffre’ e di Domenico Pingitore, la giunta Oliverio persevera nell’errore, anche con la complicita’ del Consiglio regionale, che da poco ha approvato una leggina per prorogare la durata dei commissari aziendali e dunque scavalcare l’obbligo di nominare il direttore generale nelle aziende in cui manca. A questo punto – conclude Nesci – l’Autorita’ nazionale anticorruzione, la magistratura e il governo, per il quale sono esercitati i poteri sostitutivi nel piano di rientro, devono fornire al piu’ presto delle risposte certe, per bloccare tale prassi, che in Calabria non ha colore politico ma e’ alimentata ogni volta dai troppi interessi in gioco”.