Calcio: Coisp, molte spesso vere battaglie lontane dallo sport

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Catanzaro – “L’ennesima denuncia sulla violenza del calcio, emersa rispetto alla partita di eccellenza Guardavalle-Acri, evidenzia un problema di fondo legato all’idea di calcio che in troppi casi diventa un campo di battaglia e non un momento di sana passione e giusto agonismo”. Lo afferma il segretario regionale del Coisp (Sindacato indipendente di polizia, Giuseppe Brugnano, commentando la notizia della partita non giocata in Calabria per le presunte minacce ai danni di un giocatore della squadra ospite. “Quello che preoccupa – aggiunge Brugnano – sono i toni con cui le due societa’ hanno ribattuto agli avversari e rilanciato accuse reciproche. Non bastano tifoserie sempre piu’ esagitate e che mal digeriscono i provvedimenti a tutela dell’ordine pubblico, ed a loro si aggiungono anche dirigenti pronti a rilanciare sul tavolo precedenti, scontri e minacce. Come se il problema fosse quello di capire chi ha preso o dato piu’ schiaffi”. Secondo il Coisp, “c’e’ un problema di fondo in questa idea di calcio, ed e’ quello di un tessuto lacerato da una rabbia senza fine, dove tutto diventa lecito e dove la partita di calcio rappresenta solo l’atto cruciale di una battaglia da combattere contro un nemico e non con un avversario a cui rivolgere comunque rispetto. In questo contesto – ha sostenuto Brugnano – ci chiediamo quale sia il nostro ruolo, di forze dell’ordine delegate a gestire non piu’ manifestazioni sportive, ma vere e proprie battaglie combattute senza esclusione di colpi. Poche decine di agenti gettati nella mischia per controllare, per qualche decina di euro, bande di scalmanati che si recano allo stadio per fare guerriglia e non per assistere ad un incontro di calcio e per sostenere, correttamente la propria squadra. Ed allora, ci chiediamo, e’ ancora necessario continuare con questo clima? A cosa ed a chi serve? Se questo deve rimanere – ha concluso il Coisp – tanto vale togliere le forze di polizia dagli stadi”.