Cina: Pcc spiana strada a Xi, via limite due mandati

Pechino – Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha proposto la rimozione dalla Costituzione del limite dei due mandati consecutivi per il presidente e per il vicepresidente della Repubblica Popolare Cinese. Lo ha annunciato lo stesso Comitato Centrale del Partito l’organo direttivo del direttivo a base piu’ ampia, composto di circa 400 membri. La mossa annunciata oggi spiana la strada a Xi Jinping per rimanere in carica come presidente cinese oltre il 2023, scadenza naturale del suo secondo mandato. La proposta riguarda anche la carica di vice presidente. Giunto al termine del primo mandato come presidente cinese, Xi Jinping sara’, con ogni probabilita’, rieletto presidente cinese nel corso dei lavori della prossima Assemblea Nazionale del Popolo, il parlamento cinese, che si aprono il 5 marzo prossimo.
“Il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha proposto di rimuovere l’espressione in base alla quale il presidente e il vice-presidente della Repubblica Popolare Cinese ‘presteranno servizio per non piu’ di due mandati consecutivi’ dalla Costituzione del Paese”, scrive oggi l’agenzia Xinhua. La proposta del Comitato Centrale del Pcc giunge all’indomani della decisione del Politburo del partito – composto di venticinque dirigenti di livello nazionale – di indire dal 26 al 28 febbraio prossimi la terza assemblea plenaria del Comitato Centrale dallo scorso Congresso del partito dell’ottobre 2017.
La decisione e’ seguita a discussioni dei membri del Politburo su “un piano di riforma strutturale delle istituzioni del partito e dello Stato, lo sviluppo economico e sociale del Paese e i candidati proposti per le posizioni di leadership statale”, riferisce la Xinhua.

Xi viene generalmente considerato come il leader cinese piu’ potente degli ultimi decenni. Da ottobre 2016 detiene la carica di “nucleo della leadership”, o “core leader”, e alla fine del diciannovesimo Congresso del Partito Comunista Cinese dell’ottobre scorso, ha visto il suo contributo ideologico, legato al suo nome, iscritto nella costituzione del partito. La carica di vice presidente, secondo le ultime voci, potrebbe essere affidata all’uomo che fino allo scorso anno era stato uno dei piu’ influenti capi del partito, Wang Qishan. Dal 2012 al 2017, Wang e’ stato membro del Comitato Permanente – il vertice assoluto del Pcc di cui fa parte lo stesso Xi – e capo della Commissione Centrale per l’Ispezione Disciplinare, l’organo che da’ la caccia ai funzionari corrotti e che sotto la sua guida ha provocato la caduta in disgrazia di molti dirigenti politici, anche di primo piano, per le accuse di corruzione.
Il caso relativo a Wang Qishan ha riaperto il dibattito nelle scorse settimane sul futuro di uno dei piu’ stretti alleati di Xi. Wang, 69 anni, ha superato la soglia dei 68 anni, eta’ in cui e’ previsto il ritiro dalle cariche pubbliche, e dall’ottobre scorso il suo nome non figura piu’ tra i membri del Comitato Centrale del partito: allo stesso tempo, Wang e’ stato scelto, il mese scorso, come delegato per la provincia interna dello Hunan all’Assemblea Nazionale del Popolo, un segnale che lo potrebbe rimettere in gioco, nella politica nazionale, con un ruolo chiave.
Tra i rumors delle ultime settimane, si prevede per lui, oltre alla carica di vicepresidente, anche una delega per i rapporti con gli Stati Uniti, secondo quanto spiegato da fonti che hanno parlato nelle scorse settimane all’agenzia Reuters. La rimozione del limite dei due mandati consecutivi non e’ l’unica modifica proposta dal Comitato Centrale del partito.
Tra le proposte formulate oggi ci sono anche: l’inclusione del contribuito ideologico del segretario generale del partito, ovvero il “pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era” nella Costituzione cinese; l’introduzione di un giuramento di fedelta’ alla Costituzione da parte di tutti i funzionari statali al momento di assumere l’incarico; l’inserimento nella Costituzione di una commissione di supervisione tra gli organi dello Stato, e l’aggiunta di una frase all’interno della Costituzione per enfatizzare il ruolo della leadership del partito come “la caratteristica distintiva del socialismo con caratteristiche cinesi”.