Editoria: primo si’ a riforma contributi e al Fondo

camera-deputati-montecitoriRoma – Un fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al governo per la ridefinizione della disciplina del sostegno pubblico per il settore dell’editoria, della disciplina di profili pensionistici dei giornalisti e della composizione e delle competenze del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Sono i contenuti principali della proposta di legge approvata oggi in prima lettura dalla Camera dei Deputati, che passera’ ora all’esame del Senato.
Il Fondo per il pluralismo e l’innovazione sara’ istituito presso il ministero dell’Economia e sara’ ‘alimentato’ dalle “le risorse statali destinate alle diverse forme di sostegno all’editoria quotidiana e periodica anche digitale, comprese le risorse del Fondo straordinario per gli interventi di sostegno all’editoria”, dalle “risorse statali destinate all’emittenza radiofonica e televisiva in ambito locale”, da “una quota, fino ad un importo massimo di 100 milioni di euro in ragione d’anno, delle eventuali maggiori entrate versate a titolo di canone di abbonamento alla televisione”, dal gettito derivante da un contributo di solidarieta’ dello 0,1% a carico dei redditi del mondo della raccolta pubblicitaria.
Il testo approvato da Montecitorio delega poi il Governo a ridefinire la disciplina dei contributi diretti alle imprese editrici di quotidiani e periodici, dalla quale saranno esclusi “gli organi di informazione di partiti, movimenti politici e sindacali, periodici specialistici a carattere tecnico, aziendale, professionale o scientifico” e “tutte le imprese editrici di quotidiani e periodici facenti capo a gruppi editoriali quotati o partecipati da societa’ quotate in Borsa”. Ai contributi potranno dunque accedere “le imprese editrici che esercitano unicamente l’attivita’ informativa autonoma e indipendente, di carattere generale”, costituite “come cooperative giornalistiche”, “come enti senza fini di lucro”, o, ma “per un periodo di tre anni” dalla data di entrata in vigore della legge, “come imprese editrici di quotidiani e periodici la maggioranza del cui capitale sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali non aventi fini di lucro”.

Manterranno l’accesso al finanziamento, “con la possibilita’ di definire criteri specifici inerenti sia ai requisiti di accesso, sia ai meccanismi di calcolo dei contributi”, le testate espressione delle minoranze linguistiche, “le imprese e gli enti che editano periodici per non vedenti e per ipovedenti, prodotti con caratteri tipografici normali o braille”, le associazioni di consumatori e le imprese editrici di quotidiani e periodici in lingua italiana diffusi all’estero.
La delega al governo stabilisce anche i requisiti per accedere ai contributi: la riduzione a due anni dell’anzianita’ di costituzione dell’impresa editoriale e di edizione della testata; l’adempimento degli obblighi del rispetto dei contratti di lavoro; l’edizione in formato digitale “dinamico e multimediale della testata”; “l’obbligo di dare evidenza del contributo ottenuto e di tutti gli ulteriori finanziamenti ricevuti a qualunque titolo”.
A proposito poi dei criteri di calcolo del contributo, la delega prescrive che si dovra’ giungere al “superamento della distinzione tra testata nazionale e locale” graduando il contributo “in considerazione del numero di copie annue vendute che dovranno essere comunque almeno il 30% di quelle distribuite”; mentre per le testate on line si terra’ conto dei “contenuti informativi originali”, del “numero dei giornalisti, dell’aggiornamento dei contenuti e del numero effettivo di utenti unici raggiunti”. Previsti anche “criteri premiali per l’assunzione a tempo indeterminato di lavoratori di eta’ inferiore ai 35 anni e per azioni di formazione e aggiornamento del personale” e la “introduzione di incentivi agli investimenti in innovazione digitale dinamica e multimediale, anche attraverso la previsione di modalita’ volte a favorire investimenti strutturali in piattaforme digitali avanzate, comuni a piu’ imprese editrici, autonome e indipendenti”.
Il governo viene delegato anche sulle nuove regole per la rete di distribuzione, per la progressiva equiparazione delle norme sui prepensionamenti dei giornalisti alla normativa generale e per la revisione della composizione e delle competenze dell’Ordine dei giornalisti, che non potra’ essere composto da piu’ di 36 consiglieri.